Cronaca

Processo Eternit: condannato a 18 anni il magnate svizzero Schmidheiny

TORINO, 3 GIUGNO 2013 - É stato condannato a 18 anni di reclusione per disastro doloso permanente causato dalla diffusione di amianto e omissione di cautele antinfortunistiche il magnate svizzero Stephan Schmidheiny, imputato a Torino nel processo Eternit. Dunque, non sono stati fatti sconti dalla Corte d’Appello che piuttosto ha inasprito la pena considerato che in primo grado l’imprenditore elvetico era stato condannato a 16 anni.[MORE]

I giudici hanno, difatti, esteso la responsabilità dell’imputato anche per gli stabilimenti di Bagnoli (Napoli), e Rubiera (Reggio Emilia), così come richiesto dall’accusa, oltre a quelli già riconosciuti di Casale Monferrato (Alessandria) e Cavagnolo (Torino).

La corte ha sentenziato sui risarcimenti alle parti civili. Sono state infatti riconosciute provvisionali al Comune di Casale Monferrato per quasi 31 milioni, 20 milioni alla Regione Piemonte, 5 milioni all’Asl Al, 100 mila euro ad Associazioni Famigliari, e Vittime amianto, da 150 a 350 mila euro a otto Comuni monferrini. Inoltre, lunghissima la lista dei nomi delle singole parti civili risarcite con provvisionale di 30 mila euro ciascuna.

D’altronde i numeri alla vigilia della sentenza parlavano impietosamente da soli: oltre 6 mila le parti civili, quasi tremila i morti e i malati a causa del materiale edile e, a partire dal 1952, almeno 2.300 le vittime accertate negli stabilimenti italiani. Millecinquecento solo i morti a Casale Monferrato, dove nel 1986 fu chiuso lo stabilimento più grande d’Italia.

La condanna è stata pronunciata dal presidente del Collegio Alberto Oggè all’interno di un’aula piena di pubblico e di parenti delle vittime provenienti non soltanto dai vari comuni italiani interessati, ma anche da altre parti d’Europa, come testimonia uno striscione scritto in francese apparso fuori dal tribunale dove si leggeva: «Schmidheiny ti aspettiamo anche in Svizzera».

In ultimo, per gli stessi reati era processato anche il barone belga Louis de Cartier per il quale, però, il giudice Oggè ha dichiarato il “non doversi procedere” in quanto l’imputato è deceduto lo scorso 21 maggio.

(Immagine da agi.it)

Giovanni Maria Elia