Chiesa e Società
Processione Venerdì Santo a Somma Vesuviana "Grande partecipazione popolare"
Venerdì Santo a Somma Vesuviana. Salvatore Di Sarno (sindaco di Somma Vesuviana, nel napoletano): “L’ho sentita molto anche perché mancava dal 2019. Grande partecipazione popolare!”.
È stata una processione da me molto sentita, forse anche perché uscivamo da tre anni di oblio. La città ha risposto benissimo ed ho visto quell’amore forte che usciva dalle persone. Vorrei ringraziare il servizio di sicurezza che abbiamo messo in campo: Polizia Municipale, Croce Rossa, Protezione Civile, AISA. Non era facile anche per la grande partecipazione popolare. La Processione secolare della Madonna con il Cristo Morto, non si svolgeva dal 2019 ed è considerata tra le processioni più suggestive che abbiamo in Italia”. Lo ha affermato Salvatore Di Sarno, sindaco di Somma Vesuviana, nel napoletano.
La Processione si è conclusa da qualche ora. Emozionante sono stati il passaggio della Madonna nei piccoli incroci, con la benedizione al popolo, la discesa dei 2000 confratelli con sullo sfondo il Monte Somma, la Montagna di Somma Vesuviana, l’inchino alla Madonna e il canto tutto in latino del Miserere.
Le Congreghe e il canto in latino del Miserere per i vicoli, tra candele accese.
“Tra le pratiche ottocentesche vi era la ricorrenza dei Dolori di Maria nel giorno del Venerdì Santo, che si concludeva con la processione detta dell’ Addolorata. Una pia consuetudine, questa, molto propagandata dai Gesuiti nel Regno di Napoli nel XVIII secolo. L’impiego, infatti, di croci, sudari, corone, stendardi e così via – ha affermato Alessandro Masulli, Direttore dell’Archivio Storico del Comune di Somma Vesuviana - si ricollega alle attente descrizioni fatte dagli scrittori napoletani di quell’epoca. A rinnovare il rito, oltre alla confraternita organizzatrice (cordone bianco), vi sono tre altri sodalizi: SS. Sacramento (cordone rosso), S. Maria della Neve (verde) e S. Maria della Libera (giallo). Il corteo in sai bianchi, la statua ottocentesca della Madonna Addolorata, l’artistica scultura del Cristo Morto, mettono in scena il più commovente e sentito funerale della storia umana. Il lungo manto nero della Vergine parte dal capo e si allarga fino ai piedi. Nelle mani giunte, a dita intrecciate, scende un fazzoletto di pizzo bianco. Il volto è olivastro e contrito. Ai suoi piedi il corpo seminudo del Cristo morto, giacente nel sudario in espressione di doloroso abbandono. Le membra rilasciate danno il senso della assenza e della fuga dell’anima. Il Miserere, infine, echeggia, ancora più forte in questi giorni di terrore e di morte”.
Le origini secolari della processione.
“Lo statuto del Pio Laical Monte della Morte e Pietà dei Nobili del 1804 ci attesta che la processione dell’Addolorata con il Cristo morto non era ancora introdotta tra le pratiche di culto del sodalizio, mentre veniva contemplata per la prima volta la festività liturgica della Madre dei dolori. Nel 1857, invece, da una relazione del Vicario Foraneo Don Francesco di Mauro – ha continuato lo storico Alessandro Masulli- si è appreso che la processione dell’Addolorata si teneva e, addirittura, usciva dalla parrocchia di San Giorgio martire anziché dalla Collegiata. Il primo gennaio del 1889, in aggiunta, il Prefetto dell’Arciconfraternita, il barone Augusto Vitolo Firrao, in un suo cenno storico sul sodalizio, inviato alla Curia Vescovile di Nola, scriveva:… in questa Cappella si praticano tutte le sacre funzioni del Sodalizio; e fra l’altre nel Venerdì Santo vi si celebrano i dolori di Maria SS. con una solenne processione, simulante l’esequie di N. S. Gesù Cristo dal Calvario al sepolcro con la Vergine Addolorata, e ch’è tenuta in molta divozione dalla cittadinanza. Le notizie sopra citate ci confermano quindi le origini ottocentesche del corteo dell’Addolorata con il Cristo Morto e rivoluzionano vecchie supposizioni che lo facevano risalire alla seconda metà del XVII secolo, epoca della nascita della Compagnia”.
I medaglioni delle congreghe ed il percorso!
“I medaglioni adoperati sono a sbalzo e in metallo argentato con le immagini del SS. Sacramento e delle Madonne titolari. La Pio Laical Monte della Morte e Pietà adopera, invece, un ovale in carta pressata con sfondo verde scuro e con sopra il disegno in bianco del teschio con tibie incrociate, in relazione alla sua origine.
Qualcuno ricorda che le donne, le maddalene, andavano in processione con i capelli sciolti, senza scarpe e vestite di nero. All’ apparizione del simulacro sull’uscio della Chiesa si levava un pianto alto – ha proseguito Masulli _ dirotto e universale. Le grazie ricevute erano molteplici, specialmente in tempo di guerra. Oggi questa pia pratica, in relazione ai tempi moderni, è totalmente scomparsa. Però le donne continuano, a migliaia, ad accompagnare in corteo ordinato la Madonna con il Cristo Morto.
Il percorso ha sempre tracciato un circuito sacro e ha sempre toccato gli antichi quartieri della Terra di Somma: Casamale, Margherita e Prigliano, quest’ ultimo in parte è l’attuale centro della città. Dunque dopo l’apertura della strada centrale di via Roma tra il 1881 e il 1884, il percorso è stato sempre questo: Collegiata, via Piccioli, via San Giovanni de Matha, quartiere Margherita, via Canonico Feola (interamente percorsa), via Gobetti, via Turati, via Gramsci, strada Casaraia, via Purgatorio (cappellina), Via Roma, nuovamente Via Gramsci, via Casaraia (ritorno), via San Pietro e Collegiata. La processione dura dalle 2 alle tre ore con il rientro della Madonna nella chiesa più antica: la Collegiata dove migliaia di fedeli si accalcano sotto la statua”.