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Primo giorno del Festival dell'Internazionale concluso: Msf, il web salverà l'umanità?

 FERRARA, 1 OTTOBRE – E’ tornato nella giornata di ieri a Ferrara il Festival di giornalismo organizzato da Internazionale che, giunto alla sua decima edizione, fino al 2 ottobre trasformerà la città romagnola nella ‘’redazione più bella del mondo’’ dove il weekend sarà intenso di incontri, dibattiti, spettacoli e proiezioni. [MORE]


L’apertura è stata affidata ai genitori di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso al Cairo lo scorso gennaio, con la consegna da parte di Paola Deffendi e Claudio Regeni il premio per il giornalismo d’inchiesta, dedicato a Anna Politkovskaja, al giornalista e attivista egiziano Hossam Bahgat. “Non sappiamo ancora perché, come lo abbiamo capito ma io vorrei sapere perché, perché lui e perché qualcuno ha permesso una simile tortura; questo vorrei proprio saperlo", le parole dei genitori del ricercatore.


Di attivisti si è parlato ancora nella sala 4 del Cinema Apollo, dove era presente anche InfoOggi, durante un seminario sui bit umanitari riguardante tecnologia e comunicazione digitale nell’azione umanitaria. Il giornalista Alessio Jacona ha intervistato Luca Visone, il responsabile dell’area Digital di Medici senza Frontiere e le giornaliste Marina Petrillo e Donata Columbro.


L’evoluzione della comunicazione ha comportato un adattamento da parte di aziende, Ong, nonché dell’informazione stessa che, come spiega Marina Petrillo nel suo caso nasce e rimane sui social, senza raggiungere altre piattaforme web, con l’unica opportunità di cross fra i social stessi: il risultato è un’attività giornalistica che dà voce a tutti coloro abbiano uno smartphone, e ciò è possibile tramite l’accurata selezione delle fonti, l’individuazione dell’origine primaria della notizia e la costruzione di una sorta di ‘’villaggio’’ delle fonti attendibili.


Luca Visone, testimone diretto del cambiamento di Msf, ha parlato di ‘’life streaming’’: l’accorciamento del tempo tra l’azione umanitaria e il racconto della stessa tramite decisioni quali l’apertura di un account dedicato alle operazioni nel Mediterraneo oltre a quello istituzionale, gestito da personale che lavora a bordo della nave stessa. Alla domanda su come l’Ong gestisse le fighe di informazioni Visone ha risposto: ‘’Non le definirei tali, perché costituiscono un valore aggiunto, umano, che non si può raggiungere con l’account istituzionale’’.


Donata Columbro ha poi aperto un focus sulle app utilizzate a scopi umanitari, quali Open Street Map, nata dal progetto che mira alla rappresentazione di territori non tracciati perché non raggiunti dai satelliti di Google Maps.

 

Maria Azzarello

 

foto di Sergio Guastamacchia