Estero
Primarie Usa, scontro tv tra Hillary Clinton e Sanders
CHARLESTON, 18 GENNAIO 2016 – Scintille tra Hillary Clinton e Bernie Sanders a Charleston, in South Carolina. I candidati democratici si sono confrontati nel dibattito tv sulla Nbc, ultimo faccia a faccia prima dell'inizio delle primarie a febbraio in Iowa e nel New Hampshire, dove è quasi testa a testa tra l'ex segretario di Stato e il senatore del Vermont. [MORE]
Toni accesi, ma un dibattito civile e rispettoso, nel corso del quale i due contendenti hanno toccato i temi più salienti.
La Clinton attacca per prima accusando Sanders di aver votato la legge che garantisce l'impunità ai costruttori di armi e riduce i tempi dei controlli preventivi sugli acquirenti, sfruttando la vicinanza geografica con la chiesa dove lo scorso giugno un bianco ha ammazzato nove fedeli neri. Sanders reagisce ma promette che sosterrà leggi più restrittive.
Il senatore del Vermont passa poi al contrattacco accusando più volte la Clinton di avere ricevuto finanziamenti da Wall Street, «inclusi 60.000 dollari di onorari per conferenze dalla Goldman Sachs».
Lo scontro si accende sull'Obamacare, la riforma sanitaria che il presidente fece approvare dal Congresso nel 2010. L'ex first lady la difende a spada tratta e ammonisce sui rischi di ricominciare un dibattito controverso, Sanders prende le distanze assicurando però che non vuole farlo a pezzi ma andare oltre per estendere a tutti una assistenza sanitaria che deve essere «un diritto e non un privilegio». «Così aumenti le tasse a quella stessa classe media che dici di voler difendere», aveva attaccato la Clinton poco prima del dibattito diffondendo il progetto di riforma di Sanders, indicando anche gli aumenti fiscali a carico dei lavoratori, dei datori di lavoro e soprattutto dei ricchi. «Abbiamo la sanità più costosa del mondo – replica Sanders - spendiamo il 50% in più della Francia e 29 milioni di americani restano tuttora privi di assistenza. Occorre un sistema sanitario nazionale di modello europeo, che tagli fuori il capitalismo sanitario privato, le compagnie assicurative e Big Pharma»
Il dibattito entra nel vivo quando il discorso si sposta su Wall Street: Sanders sostiene che l'ex first lady non sarà dura abbastanza dato che ha accettato grandi contributi dal mondo finanziario, lei lo ammonisce sottolineando di aver votato in passato a favore della deregulation dei mercati finanziari e dell'allentamento del controllo federale.
I due trovano poi un accordo sulla politica estera, lodando il miglioramento delle relazioni con l’Iran dopo l'accordo sul nucleare ma sottolineando la necessità di tenere gli occhi aperti sull'operato di Teheran. Poi sulla Siria: lotta al terrorismo ma nessun intervento di terra e via diplomatica per risolvere la crisi, coinvolgendo gli altri paesi islamici. La Clinton coglie l’occasione per attaccare Trump e la sua proposta di bandire i musulmani: i musulmani americani, dice, «sono la nostra linea di difesa migliore, certi commenti che sento dai repubblicani sono non solo vergognosi ma anche pericolosi». L'ex segretario di Stato vanta i successi del marito Bill nella lotta alle ineguaglianze ma poi ironizza: «comincerà a darmi consigli dal tavolo di cucina, poi vedrò se andremo oltre...».
Nel corso della serata Sanders, torna più volte sul tema del potere delle lobby e del ruolo del denaro nella politica: «Abbiamo un sistema di finanziamento delle campagne elettorali profondamente corrotto. Dobbiamo farla finita con i super-Pacs, i comitati elettorali in cui affluiscono fondi dalle multinazionali. Io non ho mai preso soldi dalle banche, e prometto che sotto un'Amministrazione Sanders non vedrete mai un ministro del Tesoro che viene dalla Goldman Sachs». Il senatore allude a Robert Rubin e Hank Paulson, segretari al Tesoro di Bill Clinton e George W. Bush.
Infine i toni tornano ad essere accesi sul tema delle banche. Sanders propone di «smembrare i colossi bancari, ripristinare la legge Glass-Stegall», quella che dopo la Grande Depressione proibì di mescolare i mestieri delle banche di deposito (che raccolgono risparmio popolare) con l'investimento a rischio delle banche d'affari. «E' assurdo – prosegue Sanders - che la Goldman Sachs sia multata per cinque miliardi di dollari ma i suoi top manager sono influenti come sempre, mentre un ragazzino beccato con la marijuana ha la fedina penale sporca».
Entrambi hanno promesso di aumentare le tasse sui milionari, di cancellare i privilegi fiscali per gli hedge fund, di combattere l'elusione delle imprese che spostano sedi fiscali nei paradisi offshore. Concordi anche sulla riforma del sistema penale, per sanare la piaga dell'incarcerazione di massa che colpisce sproporzionatamente neri e ispanici.
[foto: ilgiornale.it]
Antonella Sica