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Primarie Pd Liguria: vince Paita, ma Cofferati denuncia irregolarità

GENOVA, 12 GENNAIO 2014 - Raffaella Paita, assessore regionale alle Infrastrutture e Protezione Civile, renziana, 40 anni, ha vinto le primarie del Pd in Liguria, utili a scegliere il candidato democratico per le prossime elezioni regionali.

La Paita ha battuto nettamente i suoi avversari, Sergio Cofferati, ex segretario Cgil, ex sindaco di Bologna e attuale europarlamentare, e Massimiliano Tovo, segretario regionale del Centro Democratico. Sono stati 28.916, pari al 53%, i voti a favore della Paita, contro le 24.827 preferenze a favore di Cofferati, ovvero il 46%. Più distante il candidato Tovo che ha raccolto 687 voti. In tutto si sono registrati 55 mila votanti.

Questi i dati che, per l’appunto, parlano di una vittoria evidente e che non dovrebbe lasciare spazio a recriminazioni. Ma così non è. Attorno alla vittoria della Paita, infatti, sono sorti non pochi dubbi. Quando lo spoglio delle schede era ancora in corso, l’ex segretario Cgil, ha dichiarato: «Non riconosco il risultato, ci sono pesanti violazioni ed inquinamenti». Parole pesanti, specie se si parla di quella che sulla carta è una competizione tra “compagni”, ma che fanno da chiosa ad una giornata contraddistinta da continue voci su presunte irregolarità con file, fin troppo lunghe, di cinesi, nordafricani, marocchini ect ect, pronti a votare.

Una situazione, sia chiaro, del tutto in regola con quei valori di democrazia e integrazione che il Pd ha voluto istituire nelle sue primarie, ma se negli attimi successivi al voto molti di questi extracomunitari, secondo quanto denunciato da alcuni presenti, chiedono dove poter ritirare il compenso promessogli, allora qualcosa non funziona. E allora ecco qual è il motivo delle parole di denuncia di Cofferati: «Mi sono stati segnalati numerosi casi di violazioni esplicite delle regole. C’è stato un inquinamento molto pesante, non solo per i voti della destra, ma per la presenza organizzata di intere etnie, come quella cinese a La Spezia e quella marocchina a Ponente e a Savona».

Tutte città, quelle elencate dall’ex primo cittadino di Bologna, dove la vittoria riportata dalla sfidante Paita è stata schiacciante. Per queste ragioni e al fine di fare chiarezza «chiedo che la Commissione di garanzia – ha affermato Cofferati – esamini tutte le segnalazioni che le sono arrivate e che riguardano sia la partecipazione di elementi di centrodestra – si parla di personaggi vicini a La Destra di Storace presenti ai seggi elettorali – sia il voto da parte di intere comunità straniere. Quando la commissione avrà completato la verifica dei risultati e si sarà pronunciata sulle indicazioni di irregolarità, allora avremo un quadro ultimativo che commenterà in maniera definitiva».

Dunque, la sensazione, se non la certezza, è che la partita delle primarie del Pd in Liguria è tutt’altro che chiusa. A conferma di ciò arrivano anche le dichiarazioni del segretario regionale Pd Giovanni Lunardon: «Ci sono ricorsi pendenti depositati presso l'organo di garanzia delle primarie, che valuterà se ci sono state irregolarità, ci sono tutti gli strumenti per arrivare presto a una convalida del voto, la proclamazione del vincitore è prevista un minuto dopo che la Commissione di Garanzia ha valutato i ricorsi».[MORE]

Intanto, quella che al momento è la vincitrice, Raffaella Paita, detta Lella, rivendica il suo successo: «Ho vinto in 3 Province su 4 con uno scarto enorme, adesso lavorerò per l’unità del Pd e per affrontare al meglio la sfida delle regionali, saranno anni rock». Sulle denuncie di Cofferati, Lella Paita, ha risposto rimandando le accuse al mittente: «Mi risulta che la comunità marocchina nel seggio di Migliarina abbia votato compatta per Cofferati su indicazione della Cgil. Trovo normale che anche gli stranieri partecipino al voto, mi stupisce che uno di sinistra come il mio avversario sia di parere contrario». 

(Immagine da affaritaliani.it)

Giovanni Maria Elia