Politica
Primarie PD: cosa ne pensano gli studenti?
BOLOGNA, 21 NOVEMBRE 2012 – Si avvicinano le primarie del PD, i candidati Bersani, Tabacci, Puppato, Vendola e Renzi si sono sfidati apertamente per ottenere il voto degli elettori e ormai tutti hanno scelto.
Ma cosa ne pensano gli studenti di questa situazione? Alcuni giovani, fuori sede e non, hanno risposto a cinque domande riguardanti queste primarie e la situazione politica in generale.
Al quesito “il 25 novembre si andrà a votare alle primarie per i candidati del PD. Andrai a votare?” Solo due studenti su cinque hanno risposto di si, ma non si sono ancora iscritti. Gli altri non voteranno, in particolare fuorisede, a causa delle difficoltà dovute all’invio della tessera elettore, alla non fiducia verso i candidati e alla mancanza tempo; tuttavia votanti e non, hanno apprezzato la disponibilità del comune di Bologna verso i fuorisede, ritenendola una buona iniziativa e una necessità sentita.
Nel complesso la maggior parte degli studenti si è dimostrata soddisfatta dei candidati. Per alcuni ci sono dei volti nuovi e si punta in particolare su Renzi, ma, ormai sfiduciati, non credono in un reale cambiamento della situazione. Due studenti su cinque ha infine risposto di non essere soddisfatti poiché nessuno dei candidati lo rappresenta veramente e i più “papali” hanno comunque degli aspetti negativi inaccettabili. [MORE]
All’affermazione di Bersani “due milioni di elettori sarebbero un successo poiché non c’è più fiducia nella politica” qualcuno ha citato Mark Twain “se votare servisse a qualcosa non ce lo avrebbero mai lasciato fare” e tutti sono d’accordo con Bersani: il numero da lui stabilito significherebbe un’ adesione non indifferente non solo verso i simpatizzanti del partito, ma ammettono che la colpa dell’astensione è da attribuire principalmente ai politici che non si avvicinano ai giovani e troppo spesso non hanno mantenuto ciò che hanno promesso; questo ha fatto si che i giovani non promuovessero le loro idee, perseguissero, invece, quelle dei genitori e molto spesso votassero “il meno peggio”.
E il governo Monti? Dovrebbe cessare in modo indiscusso o lo ritieni un buon governo? Assolutamente da abolire è la risposta prevalente. Molti criticano l’aumentato le tasse e il fatto che abbia fatto il gioco delle banche, ma per qualcuno è stato l’unico a fare qualcosa e comunque una fine della sua legislatura significherebbe una crisi che l’ Italia non potrebbe permettersi, ma anche i sostenitori sono rimasti delusi sui versanti del lavoro e della crescita e avrebbero preferito tagli agli stipendi dei politici piuttosto che ai portafogli degli italiani.
Erica Benedettelli