Cultura e Spettacolo
Prima della Scala: trionfa Giovanna d'Arco, tornata dopo 150 anni. Renzi "non chiudiamoci in casa"
MILANO, 8 DICEMBRE 2015 - Un successo la Prima alla Scala di Milano: 11 minuti di applausi hanno salutato la fine dell'opera, la Giovanna d'Arco di Giuseppe Verdi, suonata dopo 150 anni di oblio. Deciso il consenso ai due protagonisti, Anna Netrebko e Devid Cecconi diretti da Riccardo Chailly. All'esterno, nessun incidente, né momenti di tensione per la Prima più blindata della storia, dopo gli attacchi terroristici di Parigi del 13 novembre scorso.
Ma la massiccia presenza delle forze dell'ordine, le transenne, del resto mai mancate nelle serate inaugurali in piazza della Scala dai tempi della contestazione sessantottina, e i metal detector non hanno impensierito più di tanto un pubblico di appassionati, vip, artisti e personaggi politici. Alla prima ha presenziato anche il premier Matteo Renzi, che vi ha assistito per la prima volta da presidente del Consiglio accompagnato dalla moglie Agnese, che per l'occasione ha indossato un vestito lungo nero. [MORE]
"La Prima della Scala è sempre un grande messaggio culturale al mondo. In questa stagione del nostro tempo credo sia un messaggio ancora più forte: noi siamo convinti che l'Italia debba e possa far sentire la propria voce sul piano della identità e dei valori della cultura. Alla prima della Scala, da questo punto di vista, era assolutamente irrinunciabile esserci" ha detto Renzi, dopo essersi intrattenuto con il direttore e una rappresentanza dei lavoratori della Scala, insieme con il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, il presidente della Lombardia Roberto Maroni e i ministri Dario Franceschini e Graziano Del Rio.
Molto apprezzate le voci, soprattutto Anna Netrebko (Giovanna), confermatasi grande interprete verdiana e Francesco Meli (Carlo VII). Ma anche per Devid Cecconi, sconosciuto baritono fiorentino che nel ruolo di Giacomo e la regia di Leiser e Caurier, che hanno trasposto la vicenda della pulzella d'Orleans raccontata dal libretto di Temistocle Solera nella psiche della protagonista, una giovane di metà Ottocento, che vive nella sua stanza da letto il conflitto tra la morale borghese e religiosa impostale dal padre e il desiderio di vivere appieno la sua sessualità.