Politica
Pressing Conte, aperture su Eurobond, Ue facia presto
Pressing Conte, aperture su Eurobond, Ue facia presto. Vede opposizioni,dialogo difficile. Verso rinvio amministrative
ROMA, 1 APR - L'Europa deve iniettare subito la sua "terapia" all'economia del continente, perché se si aspetta ancora il rischio è poi trovare "il paziente già morto". Giuseppe Conte la mette così, in un appello al principale quotidiano olandese De Telegraaf.
E in un'intervista alla tedesca Die Zeit paragona il passaggio storico aperto dall'economia da Coronavirus alla caduta del Muro di Berlino. Il premier, nel rivolgersi direttamente alle opinioni pubbliche dei Paesi che più frenano la proposta italiana, chiede con forza gli Eurobond e si dice convinto che il "vento stia cambiando". Ma invia il messaggio che cerca di portare in prima persona anche alle opposizioni - e poi alla maggioranza - riunite a Palazzo Chigi. Bisogna agire in fretta. E insieme. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si dice "certo" che "supereremo, assieme", questo momento così travagliato della storia italiana. Un momento in cui, come annunciato alle opposizioni, il governo si appresta - probabilmente venerdì in Cdm - a rinviare all'autunno anche le elezioni amministrative per rinnovare governatori e sindaci.
Nei prossimi dieci giorni Conte, che non esita a parlare di "tsunami" e "guerra", è atteso a una prova decisiva, con il varo di due decreti economici e l'avvio del lavoro per il progressivo allentamento delle misure anti contagio, per far ripartire l'economia. Cruciali sono le decisioni che prenderà il Consiglio europeo la prossima settimana perché senza un sostegno forte dei governi europei il governo dovrà fare ricorso a dosi massicce di debito. Conte lo spiega alle opposizioni, con cui il dialogo prosegue ma resta difficile: "Vorrei dare 2mila euro a persona e saremo coraggiosi, ma dobbiamo pensare alla sostenibilità finanziaria. Io mi assumo le mie responsabilità, ma ciascuno deve assumersi le sue". Al Parlamento il governo si appresta a chiedere un nuovo sforamento del deficit tra l'1,1% e l'1,5% (tra i 20 e i 30 miliardi). Ma è chiaro che un sostegno Ue aiuterebbe a tenere l'asticella più bassa, ad aumentare la liquidità di cui il Paese è a corto ed evitare che il fardello del debito pesi troppo nei prossimi anni, con ricadute sui mercati e sui titoli italiani.
Ecco perché il premier prosegue nella sua azione diplomatica per ottenere dall'Europa quel "piano" che aiuti tutti a rispondere con forza alla crisi. La presidente della commissione Ue Ursula Von Der Leyen gli annuncia che la Commissione attiverà 100 miliardi per sostenere il lavoro in tutti i Paesi Ue e che si potranno spendere senza vincoli i fondi europei non utilizzati. Ma non basta. L'Italia, dice il premier a olandesi e tedeschi, perché soprattutto Angela Merkel senta, non chiede di farsi carico del suo debito ma sostiene che gli Eurobond servano a tutti: "Non possono esserci veti a priori. Se siamo Unione è il momento di dimostrarlo". Solo verso la fine della prossima settimana, probabilmente, si chiarirà il quadro Ue e il governo potrà elaborare il Def, con la cornice delle previsioni economiche. Il ministro Roberto Gualtieri definisce "realistica" la stima di un Pil al -6%. Di qui la necessità di una corposa iniezione per l'economia, a partire dal decreto per sbloccare altri 200 miliardi di liquidità alle imprese, che sarà in Cdm venerdì.
Ma i partiti di maggioranza, Iv in testa, chiedono ogni giorno di più e l'opposizione non depone le armi. A Palazzo Chigi Giorgia Meloni strappa una risata a tutti quando, alla richiesta di sfoltire gli emendamenti al decreto Cura Italia, risponde che Iv ne ha presentati di più. Ma i toni si riscaldano a più riprese e tra Conte e Matteo Salvini va in scena un teso botta e risposta quando il leader leghista in una nota denuncia le falle dell'Inps e il premier lo invita a non "alimentare disordine o soffiare sul malcontento" in un momento così "drammatico". Il leader della Lega così come Antonio Tajani per Fi chiedono risposte e fatti concreti. Conte, consapevole della tentazione di un 'governissimo' che accomuna i suoi interlocutori, ribadisce l'invito a collaborare di più: il ministro Federico D'Incà e Gualtieri riuniranno di nuovo le opposizioni. Ma anche nella maggioranza, che il premier riunisce nel pomeriggio a Palazzo Chigi, la dialettica si fa ogni giorno più vivace.