Cultura e Spettacolo

Presentazione del nuovo libro di Lella Costa: "Che bello essere noi"

TORINO, 6 DICEMBRE 2014 – Nella straordinaria cornice del Circolo dei Lettori di Torino, Lella Costa ha presentato il suo nuovo libro “Che bello essere noi”. Come lei stessa ammette subito con un certo pudore velato dall’inconfondibile sarcasmo, si definisce come ‘una clandestina in un tempio di bellezza e qualità’. Al suo fianco la giornalista Elena Masuelli.

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La fantastica verve della Costa e l’irriverenza che la contraddistingue catturano subito il pubblico presente, anche quando si passa a parlare di temi non certo leggeri come il femminicidio, tanto cari all’ attrice comica. Un' esortazione al genere maschile di fare qualcosa in più: “Non ha molto senso che siano le donne a porre questi problemi, noi siamo le vittime. Ci sarebbe bisogno di un’ assunzione di responsabilità maschile”. Ricordando poi con modestia ma anche senso pratico che: “I film, i libri, gli spettacoli teatrali non possono cambiare il mondo, ma almeno possono seminare qualche dubbio”.


Si passa quindi al libro, che presenta un titolo che ‘esprime complicità’ e che molto ha lusingato e affascinato l’autrice. Ed una strepitosa lettura di Lella Costa sull’invecchiamento fa sorridere anche il più burbero dei presenti: “C’è un giorno in cui vai a comprare il pane due volte, il giorno in cui gli amici dei vostri figli smettono di darti del tu, il giorno in cui i dipendenti dall’ASL incominciano a darti del tu e ad alzare la voce per farsi capire da mezzo metro, il giorno in cui sulla metro un giovane ti chiede se vuoi sederti e tu ti guardi intorno come a chiederti se sta dicendo proprio a te, il giorno in cui sulla metro nessuno ti lascia il posto e tu bonfonchi che una volta i tempi erano diversi. Proprio in quei giorni capisci il senso della vita, che bisogna vivere fin quando ce né. Ma poi ti accorgi di parlare come Ligabue e ti viene da ridere, meglio Edith Piaf…”.
E il connubio tra Lella Costa e le canzoni è fondamentale all’interno del libro, nei testi che dovrebbero essere l’inno della femminilità c’è sempre una componente di misoginia portata dagli autori, che sono uomini, come in ‘Quello che le donne non dicono’. Un altro esempio è La Cura di Battiato: “Ho una profonda venerazione per il maestro, ma sembra più che parli di un T.S.O. che di un fidanzamento”.


Un altro punto focale che aiuta nella lettura del libro è la complicità che esiste tra le donne, seppur con le dovute eccezioni che confermano la regola: “C’è un caso in cui una donna manifesta un odio irragionevole nei confronti di un’altra donna. Io per esempio detesto Sandra Bullock” dice l’attrice, e questo è un elemento che fa pavoneggiare gli uomini che dicono: “Voi donne dite, dite, ma non siete mica tanto solidali”. E qui la risposta della Costa è veloce tanto quanto geniale: “Non potete discutere di questo, da Caino a Enrico stai sereno, non sapete nemmeno cosa sia la complicità”.


Insomma un libro da leggere e da gustare, che Lella Costa ha voluto dedicare a delle persone speciali: “A Monica Vitti, a Franca Rame, alle donne che sanno inventarsi la vita e agli uomini che le capiscono, a mia madre, alle mie figlie, alle mie amiche e a Pedro Aldomovar…”.

Jacopo Bergeretti