Premio Pandora

Premio Infooggi Pandora: premiato il magistrato Federico Cafiero de Raho

SELLIA MARINA, 20 LUGLIO 2015 - Arriva la II Edizione del Premio Infooggi Pandora e anche quest'anno saranno premiate le eccellenze che contribuiscono, in ogni campo, a far crescere il nostro Territorio. Tra i tanti che riceveranno il riconoscimento, anche Federico Cafiero de Raho, magistrato napoletano e da due anni circa trapiantato a Reggio Calabria, dove opera a Palazzo Cedir, dopo un lungo servizio prestato nella città partenopea.

Da Napoli a Reggio Calabria il passo è tutto sommato breve: il caloroso abbraccio del Sole e l'onnipresenza del mare diventano un tutt'uno con l'accoglienza di chi vive ai piedi del Vesuvio così come chi popola il versante calabrese dello Stretto. Simili sensazioni lasciano spazio anche a simili problematiche di terre dove spesso dello Stato se ne percepisce profondamente l'assenza. Era il 2013 quando il CSM dispose che Federico Cafiero de Raho avrebbe sostituito Giuseppe Pignatone alla procura di Reggio Calabria: il magistrato napoletano portava con sè un curriculum imponente e la consapevolezza di metter piede in una terra altrettanto difficile quanto quella da cui proveniva. La decisione fu sofferta, raccontava la consorte Paola in un'intervista a Il Mattino, ed il magistrato napoletano consegnò la domanda solamente un'ora prima della scadenza dei termini. Era giunto il momento di adoperarsi in una nuova sfida, la sua autorevolezza e competenza potevano essere utili ad una terra sofferente come quella di Calabria.

[MORE]In Campania, Cafiero de Raho conobbe la forza con la quale agiscono le cosche della criminalità organizzata: con Lucio Di Pietro aprì il fascicolo 3615/93, che ben presto avrebbe azzerato il gotha dei Casalesi. Le sue indagini portarono al maxi processo Spartacus in cui rappresentò la pubblica accusa, e dove vennero inflitte pesanti pene ad esponenenti del clan, per la prima volta indagati e condannati come membri dell'impero camorristico di base a Casal di Principe. Prima del fascicolo datato 1993 non c'erano informazioni organiche sulla struttura del clan, il lavoro di Cafiero de Raho e del suo pool divenne l'archivio storico di una struttura che ha controllato il territorio casertano e non solo per decenni. L'arresto dell'ex primula rossa Michele Zagaria, nel 2011, segnò il punto di confine dal quale ripartire: “Avete vinto voi, ha vinto lo Stato”, pronunciò appena catturato Capastorta. Federico Cafiero de Raho l'aveva combattuto, l'aveva inseguito per anni e l'aveva stanato, premiata la sua tenacia, ripagati i sacrifici, le notti insonni. Il processo traeva il nome da Spartacus, lo schiavo che si ribellò a Roma invocando il proprio diritto ad esser libero. Così la Campania, ora, poteva liberarsi dalla rete che sbatteva ogni porta in faccia a chi non era parte della tela di ragno che è la camorra. E poi i procedimenti che portarono alla condanna di Pippo Calò per l'omicidio del fratello del giudice Imposimato e le indagini sull'omicidio di don Peppe Diana. Cafiero de Raho non perde mai l'occasione per ricordare con benevolenza il prete ucciso a Casal di Principe: “Parlò quando nessuno fiatava e, dal pulpito, condannò il male camorrista, spronò le famiglie a non assecondarlo. Chi piangeva per lui lo faceva di nascosto”, dirà a Repubblica il magistrato. Il suo sacrificio non è stato vano, Cafiero de Raho ne ha onorato il ricordo.

Agli occhi di chi non lo conosce appare riservato ed intransigente tanto quanto scrupoloso nelle indagini: un pm alla continua ricerca di riscontri, sempre in prima linea e che non s'è mai tirato indietro. Ancora la moglie, sempre nella stessa intervista a Maria Chiara Aulisio, giornalista del quotidiano di Napoli, lo paragona ad un atleta fondista:“la sua vita è una mille metri, siamo fondisti, tanta fatica ma poi i risultati si raccolgono”. Si dice che sia, appunto, un appassionato di corsa, sa bene cosa sia il sudore speso per raggiungere l'obiettivo. Sul litorale reggino l'impegno e la fatica non saranno minori, anzi. Ma è una sfida che tutti noi calabresi non possiamo perdere: ogni piccolo passo verso la legalità rappresenta l'avvicinarsi alla sconfitta del cancro che attenaglia la Calabria intera. Quando ricevette il premio Gerbera Gialla per la giustizia nel maggio 2013, appena insediatosi sapeva già che la strada sarebbe stata ardua. “Reggio è una città liquida. Tutto si liquefa, tutto si disgrega. Viviamo in un contesto di disgregazione cittadina”, dichiarò palesando la necessità di ricucire il tessuto sociale reggino. Cafiero de Raho sa essere anche magistrato di strada, a contatto con le problematiche della gente comune: si dice che la porta del suo ufficio sia sempre aperta a chi ha bisogno di supporto. Sa perfettamente che la legalità vince se di pari passo vince una ritrovata morale. Va sconfitta l’assuefazione all’ingiustizia, va sconfitta l’omertà. Difatti il suo impegno non termina in Procura, garantisce assidua presenza anche fra gli Istituti scolastici, laddove il fattore sociale 'ndrangheta può essere sconfitto con un fattore umano: la cultura. Federico Cafiero de Raho, col tempo, si è fatto la nomea di uomo forte anche contro i poteri forti, nessun intoccabile dinanzi la legge, schiena dritta ed animo coriaceo, temprato da due decenni di vita sotto scorta, fin da quando, indagando sui clan dei Quartieri Spagnoli, subì le prime intimidazioni. Senza mai cedere, perché cedere sarebbe una sconfitta. Non affine alla ribalta, Cafiero de Raho ha assunto l'atteggiamento rigoroso dell'uomo delle Istituzioni mai banale e schivo alle telecamere. L'eleganza della riservatezza, di un'evitata sovraesposizione mediatica indice dell'impegno profuso nel condurre la propria missione nascente sol dal desiderio di rendere giustizia alle vittime di un mostro quale la criminalità organizzata. È fiamma che arde nello spirito di chi carpisce il vero senso della toga, amore incondizionato per la libertà, non mero principio sancito nella Carta Costituzionale ma piena autonomia nell'essere sé stessi nel rispetto altrui. È la consapevolezza che qualcuno dovrà offrire tutela alle voci pulite del Mezzogiorno che esiste oltre gli sprezzanti luoghi comuni, storie di vita onesta che, in verità, son la maggior parte.

Non un eroe, ma un dipendente statale che compie fino in fondo il proprio dovere, come spesso si è autodefinito il magistrato napoletano. Il mai dimenticato Sandro Pertini amava ricordare che “i giovani non hanno bisogno di sermoni, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo”. Federico Cafiero De Raho è l'esempio. Il Presidente ne sarebbe orgoglioso, c'è da scommetterci.

Dovuto, quindi, il riconoscimento che gli consegnerà la testata giornalistica Infooggi, diretta da Oriana Barberio ed edita da Domenico Giglio e Antonio Doria, nella serata del 2 agosto sul lungomare di Sellia Marina. Il galà, presentato da Oriana Barberio e Ugo Floro, potrà essere seguito in diretta streaming sul sito della testata giornalistica InfoOggi (www.infooggi.it).

Sponsor dell’evento sono: Gioielleria Megna, Medialand, UVarveri, Comune di Sellia Marina, Fabio Zangari, MultyContact, Hotel Ristorante Mediterraneo.

Salvatore Remorgida