Estero

Polonia, Commissione UE apre procedura d'infrazione dopo la legge sui tribunali ordinari

BRUXELLES, 29 LUGLIO - La Commissione europea ha lanciato formalmente la procedura di infrazione contro la Polonia annunciata il 26 luglio, dopo che ieri la Gazzetta ufficiale polacca ha pubblicato la legge sui tribunali ordinari, inviando alle autorità di Varsavia una lettera di messa in mora per la riforma della giustizia approvata dal Senato di Varsavia.[MORE]

Oggetto dell’infrazione, nello specifico, la legge sull’organizzazione dei tribunali ordinari della Polonia, una delle quattro leggi che fanno parte della controversa riforma giudiziaria, due delle quali sono però bloccate dal veto del presidente Andrzej Duda.
Le autorità polacche hanno ora un mese di tempo per rispondere ai rilievi sollevati nella lettera di notifica.

Tre leggi che cancellano di fatto l’autonomia del potere giudiziario polacco, introducendo il controllo dell’esecutivo sulla nomina dei giudici della Corte suprema, consentendogli di ‘mandare in pensione’ e sostituire quelli attualmente in carica. Provvedimenti contro i quali migliaia di cittadini da settimane scendono in piazza.

Il punto principale contestato dalla Commissione Ue riguarda la discriminazione di genere che si viene a verificare in base alla nuova legge, che introduce una diversa età pensionabile per i giudici donna (60 anni) e per gli uomini (65 anni). Si tratta di una misura in contrasto sia con l’Articolo 157 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea che con la direttiva europea del 2006 sulla parità nel lavoro.

Nella lettera al governo della Polonia, Bruxelles esprime anche le proprie preoccupazioni sull’indipendenza dei magistrati per la parte in cui si affida al ministero della Giustizia “la discrezionalità sul prolungamento del mandato per chi ha raggiunto i limiti di età pensionabile e della nomina e della revoca dei presidenti di tribunale”. Per Bruxelles “le nuove regole consentono al ministro della Giustizia di influenzare i magistrati, ad esempio attraverso i vaghi criteri del prolungamento del loro mandato, aspetto che mina il principio dell’inamovibilità del giudice”. Inoltre, sottolinea la Commissione, “non esiste un calendario per il ministro della giustizia per prendere una decisione sull’estensione del mandato, consentendogli di mantenere l’influenza sui giudici interessati” per tutta la durata della loro carriera.

La legge firmata nei giorni scorsi dal presidente polacco Andrzej Duda, che invece ha posto il veto su altre due norme relative al sistema giudiziario, dà il potere discrezionale al ministro della Giustizia di prolungare il mandato dei giudici in età di pensione e di nominare o revocare i presidenti di Corte, elementi che per Bruxelles «minano l'indipendenza dei tribunali polacchi» consentendo al governo di «esercitare un'influenza sui giudici». Il vice presidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, che segue il dossier, ha inoltre inviato ieri una lettera al ministro degli Esteri polacco, rinnovando l’invito a lui e al ministro della Giustizia per un incontro a Bruxelles da tenersi al più presto per discutere della vicenda in un clima di “dialogo costruttivo”.

Tra un mese, se non arriveranno osservazioni da Varsavia o se la Commissione dovesse considerarli insufficienti, l'esecutivo europeo potrebbe passare alla fase successiva della procedura di infrazione, con una nuova comunicazione.

Fonte immagine:trt.net

Alessia Panariello