Cronaca
Pollicardo e Calcagno tornano in Italia: interrogati dai pm di Roma
ROMA, 6 MARZO 2016 – Un rientro carico di emozione quello dei due ingegneri romani Gino Pollicardo e Filippo Calcagno, atterrati questa mattina all’aeroporto militare di Ciampino dopo essere stati tenuti in ostaggio in Libia.
I due, dopo essere partiti da Tripoli alle 3:30 di questa notte, a bordo di un aereo speciale, sono ritornati sul suolo italiano alle 5:00 del mattino. Ad accoglierli, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e il capo dei Ros, Giuseppe Governale. Entrambi, dopo un lungo abbraccio, si sono intrattenuti con i due ingegneri.
Subito dopo, è stata la volta della famiglia. Ad essere presenti, oltre alle consorti di Pollicardo e di Calcagno, anche i figli del primo, Gino junior e Jasmine, e quelli del secondo, Cristina e Gianluca. Ad aspettare Pollicardo a Monterosso saranno invece la sorella e l’anziano padre. “Contiamo i minuti, non vediamo l'ora di riabbracciarlo. Ora che hanno messo i piedi in Italia siamo tranquilli - ha detto Marisa -. Purtroppo non sono potuta andare a Roma con il resto della famiglia per via di papà. Ora spero torni a casa presto, per riabbracciarlo e perché so che avrà bisogno anche della serenità e della tranquillità della sua famiglia". [MORE]
A fare eco alle parole della sorella Marisa ci sono quelle del padre di Pollicardo, Antonio: “Siamo contenti, è un'emozione forte. Non sappiamo ancora quando rientrerà”.
Intanto, Pollicardo e Calcagno sono stati ascoltati dai pm di Roma per tentare di tracciare un quadro approfondito degli ultimi giorni del sequestro e del blitz in cui hanno trovato la morte Fausto Piano e Salvatore Failla. I corpi di questi ultimi, ancora in Libia e presumibilmente a Sabrata, dovrebbero arrivare in Italia nei prossimi giorni affinché venga condotta l’autopsia.
Pur rallegrandosi del rientro in patria di Pollicardo e Calcagno, Sergio Mattarella ha inviato un messaggio di cordoglio alle famiglie delle due vittime.
“Ora aspettiamo solo il ritorno a casa del corpo di nostro padre. Lo Stato ci deve dire la verità sulla sua morte”, ha dichiarato il figlio di Fausto Piano all’Unione Sarda. “Non abbiamo nominato nessun legale. Quello che chiediamo in questo momento sono solo le risposte alle nostre domande. Ci devono spiegare cosa è accaduto veramente e perché mio padre ed il suo collega sono morti. Non abbiamo potuto riabbracciarlo dal vivo. L’unico nostro pensiero adesso è poterlo riavere presto a casa per dirgli addio dignitosamente”.
Ugualmente dura è la reazione di Rosalba Failla, moglie di Salvatore, l’altro tecnico italiano ucciso in Libia: “Lo Stato italiano ha fallito: la liberazione dei due ostaggi è stata pagata con il sangue di mio marito”, ha detto attraverso il suo legale Francesco Caroleo Grimaldi. “Se lo Stato non è stato capace di riportarmelo vivo - aggiunge - ora almeno non lo faccia toccare in Libia, non voglio che l'autopsia venga fatta lì”.
Sara Svolacchia
(foto:starnotizie.it)