Politica

Polizia, per Salvini sistema scorte da rivedere

ROMA, 10 APRILE – Intervenendo alla 167esima festa della Polizia, il ministro degli Interni Matteo Salvini ha deciso di tornare su un argomento tenuto dal Carroccio in forte considerazione nella scorsa campagna elettorale nazionale, ovvero il meccanismo di tutela dell’incolumità dei privati per mezzo di scorte costituite da agenti delle forze dell’ordine. Per il titolare del Viminale, infatti, sarebbe necessario rivedere l’intero sistema in base a valutazioni oggettive circa l’effettiva utilità ed opportunità di impiegare gli agenti in funzione preventiva.

“Va difeso soltanto chi ne ha realmente diritto” – ha tuonato Salvini, ribadendo un concetto da lui già espresso più volte in passato. Il giro di vite al sistema sarebbe a suo avviso opportuno sia affinché “i componenti delle forze dell’ordine non siano trattati come autisti o accompagnatori personali di privilegiati” sia al fine di reimpiegare nelle strade e nei punti più critici delle città il maggior numero possibile di agenti, sottraendoli appunto agli oneri di scorta.

Le affermazioni odierne fanno peraltro seguito all’aspra polemica tempo fa accesasi fra lo stesso Salvini e lo scrittore Roberto Saviano, a proposito della scorta assicurata a quest’ultimo dalla Polizia di Stato. Lo scrittore napoletano aveva espresso un giudizio molto critico sull’atteggiamento del governo nei confronti dei migranti e sulla realizzazione del censimento dei rom, attirando verso di sé le ire del vicepremier, intenzionato a sottrargli la tutela della scorta (di cui egli beneficia dal 2006, quando aderì ad un protocollo di protezione speciale dopo aver ricevuto minacce di morte da vari esponenti della criminalità organizzata campana). Già allora, Salvini richiamò gli organismi competenti (attualmente, si tratta dell’Ufficio centrale interforze per la sicurezza o Ucis) a rivalutare l’effettiva opportunità di mantenere la scorta a disposizione di Saviano: “Non so se corra realmente rischi, dato che ormai passa molto tempo all’estero” – aveva dichiarato il leader leghista, per poi allargare il discorso sostenendo la necessità di rivedere il sistema per risparmiare risorse a suo avviso impiegabili per far fronte a problemi più gravi.

Oggi il ministro degli Interni ha però voluto sottolineare che “la lotta a camorra, ‘ndrangheta e mafia resta la ragione di vita delle istituzioni” ed è per questo motivo che egli avrebbe deciso di rinunciare a partecipare a qualsiasi manifestazione pubblica prevista per il 25 aprile, la giornata dedicata a celebrare la liberazione del Paese dall’occupazione nazista e dal regime fascista. Salvini ha annunciato alla platea delle forze dell’ordine che in quel giorno non sfilerà con alcun corteo e che anzi si recherà a Corleone per supportare gli agenti che operano nel cuore della Sicilia.

Il vicepremier ha poi scherzato sul suo vezzo di indossare spesso una divisa delle forze dell’ordine e di utilizzare in particolare quella della Polizia: il suo intervento si è infatti aperto rivolgendosi a quelli che Salvini ha definito – scherzando – “colleghi, dato che mia figlia (che ha 6 anni) pensa io sia il Capo della Polizia”, per poi tranquillizzare l’attuale responsabile Franco Gabrielli, che “può stare sereno, dato che resterò Ministro”. Il segretario della Lega ha in ogni caso elogiato gli uomini e le donne in divisa, ritenendoli un esempio ed un modello per la sicurezza nazionale invidiato anche in altri Stati.

Durante la cerimonia non vi è stato alcun cenno di polemica da parte degli esponenti del Sindacato di Polizia, pur fortemente critico nelle ultime settimane nei confronti dei vertici del Viminale. L’SP è infatti schierato in prima linea a sostegno della posizione degli allievi poliziotti esclusi dall’ultimo concorso nazionale a causa delle modifiche ministeriali apportate in corso d’opera al bando contenente i requisiti per accedere al Corpo, ma l’associazione non ha reagito di buon grado neanche alla decisione di vietare una manifestazione di protesta. “6200 poliziotti sconcertati ma presenti” – aveva infatti già sottolineato l’SP in una nota ufficiale – “Ai poliziotti che il Sindacato di Polizia rappresenta viene oggi negato dagli attuali vertici del Dipartimento di Pubblica Sicurezza il diritto di associarsi liberamente ed esercitare le libertà sindacali. Tuttavia, per l’amore che nutriamo per la nostra istituzione, ci asterremo da iniziative di protesta durante l’imminente Festa della Polizia, mettendo da parte la nostra indignazione ed il nostro sconcerto”.


Francesco Gagliardi


Fonte immagine: ilmessaggero.it