Cronaca

Polizia a Roma 'libera' anziano maltrattato da 4 anni dalla coinquilina

ROMA, 6 AGOSTO 2015 - Quattro anni chiuso nella sua stanza al buio, senza potersi muovere, con mezzo litro d'acqua al giorno, denutrito, picchiato e derubato quotidianamente. E' la storia terribile di un anziano romano di 72 anni. Un incubo finito solo pochi giorni fa quando la polizia ha fatto irruzione nell'appartamento liberandolo dalla sua aguzzina, una donna di 41 anni. Adesso per lei è scattato il divieto di dimora nel comune di Roma e di accedervi senza autorizzazione e il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla persona offesa. La donna è accusata di maltrattamenti e lesioni aggravate nei confronti di un uomo di settantasette anni. [MORE]


Secondo quanto appurato dagli investigatori L'uomo, vedovo, aveva fornito ospitalità alla donna, accogliendola in casa propria, dopo che questa era stata cacciata da casa della madre, decidendo così di aiutarla, visto che disponeva di una camera libera. In cambio dell'ospitalità ricevuta, la donna, invece, aveva attuato un piano escogitato per appropriarsi prima della pensione e, poi, dell'abitazione assegnata all'anziano dall'Ater. Inizialmente, R.P. aveva tentato anche di far dichiarare l'anziano incapace di intendere e di volere, cercando di trovare dei medici che potessero attestare inesistenti disturbi psichiatrici ma, non riuscendo nel proprio intento, aveva iniziato a segregare l'anziano in casa, lasciandolo da solo per l'intera giornata, abbandonato nel suo letto, dal quale non poteva nemmeno scendere perché munito di alte sponde metalliche di contenimento.

L'uomo è rimasto chiuso e al buio, con le tapparelle abbassate, in una stanza in pessime condizioni igieniche, con solo mezzo litro d'acqua e una banana o una merendina che dovevano bastargli per l'intera giornata. Ad aggravare la situazione, la presenza di due grossi cani che espletavano qualunque loro bisogno all'interno della stanza dove l'uomo era costretto a restare. Quando la donna rientrava in casa, spesso con un amante, portava all'anziano un piatto di pasta o una fetta di pane con il prosciutto o un pezzetto di pizza. La scarsità e ripetitività di questi pasti hanno causato gravi conseguenze all'uomo, costretto anche ad indossare il pannolone per i propri bisogni.

La donna provvedeva a cambiare il pannolone soltanto due volte al giorno, offendendo, denigrando e umiliando l'uomo. L'anziano, oltre a subire questa denutrizione coatta e ogni sorta di violenza psicologica ed economica, doveva sopportare anche le aggressioni fisiche della donna, che lo percuoteva con un bastone, gli dava pugni e unghiate, gli sbatteva la testa contro le piastrelle quando, una volta ogni due giorni, lo infilava nella doccia, lasciandolo lì anche per lungo tempo. Per due volte, la donna era stata costretta a portare l'anziano in ospedale, proprio a causa delle ferite che lei stessa gli aveva inferto ma che, naturalmente, aveva attribuito a cadute accidentali. Nel 2013, l'uomo era stato refertato per frattura delle ossa nasali e, nel 2014, per diverse ecchimosi. La donna, inoltre, aveva sottratto alla sua vittima carta d'identità e bancomat e lo aveva costretto a delegarla per il ritiro della sua pensione, 750 euro mensili, adoperandosi inoltre per sottrarre al legittimo assegnatario l'abitazione fornita dall'Ater.

Il 20 maggio scorso, però, la donna, che lavorava per una ditta di pulizie all'interno del Policlinico Umberto I, ha deciso di portare l'anziano in ospedale per liberarsi di lui una volta per tutte, sostenendo la gravità dei suoi disturbi psichiatrici che, a dire della stessa, lo avrebbero ridotto in quelle condizioni. I sanitari del Policlinico, invece, appena hanno compreso che l'anziano era perfettamente in grado di intendere e di volere e che non presentava alcun disturbo psichiatrico, ma soltanto evidenti segni di lesioni subite, quali cicatrici provocate dai graffi inferti, unghiate ed ecchimosi da percosse, nonché un gravissimo stato di denutrizione e disidratazione che, uniti all'immobilità forzosa, gli avevano causato un tale deperimento da impedirgli di camminare, hanno immediatamente contattato il personale della Quarta Sezione della Squadra Mobile.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, hanno avuto una svolta decisiva lo scorso 10 luglio, quando il personale della Sezione specializzata in reati sessuali, contro le donne, i minori e le fasce vulnerabili, hanno effettuato una perquisizione a casa dell'anziano dove, oltre a sequestrare la carta d'identità, il bancomat, le ricevute e le deleghe di ritiro pensione, documentazione varia attestante i propositi della donna di sottrargli anche l'abitazione assegnata all'uomo dall'Ater, hanno riscontrato la presenza delle sbarre metalliche al letto in cui l'anziano era costretto, nonché precarie condizioni igieniche nell'intero appartamento. Addirittura il pavimento sporco di urina dei due grossi cani, mobili e muri danneggiati dai morsi degli animali, sicuramente stressati dal loro essere anch'essi segregati, nonché la mancanza del materasso e del cuscino nel letto dell'anziano, gettati via dalla donna perché, a suo dire, impregnati di urina e sporcizia. 

I numerosi elementi di prova raccolti hanno confermato il racconto dei quattro anni d'inferno vissuti dall'uomo con la donna cui aveva offerto ospitalità che, a dire dell'anziano, "era stata una poiana" che si era approfittata di lui, derubandolo anche di tutti i suoi risparmi, compresi settemila euro che, con fatica, aveva messo da parte.

Tiziano Rugi