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Politica: tra MES e finanziamento ai partiti, inizia una settimana intensa per la maggioranza
ROMA, 9 DICEMBRE – Messo un punto fermo sulla manovra economica con il vertice-fiume di venerdì e l’intesa raggiunta sul nodo tasse nella legge di bilancio, è ora il MES – il meccanismo europeo di stabilità – a tenere banco e catalizzare il dibattito politico. Mercoledì 11, per la seconda volta nel giro di pochi giorni, il Presidente del Consiglio si presenterà nell’Aula della Camera dei Deputati per presentare la posizione comune che verrà espressa dal governo italiano nel Consiglio Europeo del giorno successivo.
Già lo scorso lunedì Conte aveva reso un’informativa presso l’Aula di Montecitorio, dimostrando come Lega e Fratelli d’Italia avessero diffuso “notizie allarmistiche e palesemente false” sul meccanismo di salvataggio degli Stati in difficoltà economiche ed accusando Salvini di “ben nota resistenza a studiare i dossier istituzionali”, pronti tra l’altro dallo scorso giugno. Il premier aveva inoltre comunicato che nessun membro dell’esecutivo (neanche degli altri Paesi) ha apposto la propria firma sul trattato, che sarebbe ancora incompleto. Nel frattempo, anche il Presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno aveva confermato che i vari Ministri competenti avrebbero raggiunto un accordo sui principi generali della riforma ed accolto i rilievi dell’Italia sulle clausole di azione collettiva e sulla possibilità di accedere ad una sub-aggregazione dei titoli pubblici nell’ambito di un’operazione di ristrutturazione del debito, ma nel contempo mancherebbero diversi altri dettagli tecnici e per questo motivo l’intesa potrebbe slittare ai primi mesi del prossimo anno.
Il Meccanismo Europeo di Stabilità, tra l’altro, esiste dal 2012 e non ha direttamente a che fare con banche o istituti di credito privati, ma ha la funzione di prestare assistenza agli Stati dell’Unione che dovessero trovarsi in difficoltà finanziaria (come accadde alla Grecia nel 2009). Da diversi mesi si stanno negoziando alcune modifiche al funzionamento del meccanismo in questione, attribuendogli un ruolo più incisivo in ordine alla definizione di programmi di assistenza agli Stati che intendano accedervi; inoltre, si starebbe cercando di rivedere gli strumenti da utilizzare per intervenire in soccorso dei Paesi in difficoltà, introducendo anche la possibilità di mediare tra Stati ed investitori privati in caso di necessità di ristrutturare un debito pubblico. Nel complesso, l’obiettivo è di rendere più semplice approvare la ristrutturazione di un debito sovrano ed aiutare un Paese in crisi.
Sulla risoluzione che il governo presenterà in Parlamento è comunque previsto un voto, in vista del quale nella maggioranza non sarebbe stato ancora raggiunto un accordo volto a presentare un documento unitario. Le opposizioni potrebbero dunque alzare toni e barricate, sperando che le difficoltà possano tramutarsi in un deterioramento dei rapporti tra PD e M5S, con ricadute sulla tenuta dell’esecutivo, dunque si preannuncia una seduta infuocata sia dell’Assemblea di Montecitorio sia – anzi, soprattutto – in quella pomeridiana di Palazzo Madama, laddove sarà attesissimo l’intervento di Matteo Salvini.
Se mercoledì la maggioranza di governo dovesse riuscire a superare indenne il banco di prova del voto sul MES, Conte ed il Ministro Gualtieri si recherebbero il giorno seguente a Bruxelles con la strada spianata per i lavori del Consiglio Europeo, ma nel frattempo proprio per il 12 è prevista la discussione in Senato sulla riforma del finanziamento ai partiti, altro appuntamento che creerà nuove fibrillazioni (anche all’interno della stessa maggioranza, dato il noto coinvolgimento di Italia Viva sul tema). Infatti, il dibattito politico in questo caso è nato proprio dall’inchiesta sui movimenti finanziari della fondazione “Open”, ex cassaforte della Segreteria renziana, ma è da tempo che il Movimento 5 Stelle spinge per per equiparare le regole di trasparenza tra partiti e fondazioni, mentre IV continua a sostenere l’assoluta legittimità del sistema attualmente vigente.
Camera e Senato saranno poi impegnati nel rush finale prima delle festività natalizie, con l’obiettivo di approvare la manovra e quattro decreti legge in scadenza: da domani, lunedì 9 dicembre, l’Assemblea di Montecitorio sarà chiamata a votare il “decreto clima”, già licenziato dal Senato e in scadenza il 13 dicembre; mercoledì, invece, vi sarà un’informativa urgente del Ministro delle Infrastruture, Paola De Micheli, sulle iniziative da approntare in relazione al crollo del viadotto sull’autostrada A6 Torino-Savona e ai fini della sicurezza complessiva della rete autostradale. Da martedì, poi, l’Aula del Senato esaminerà il “decreto sisma”, mentre la versione definitiva della manovra è attesa tra giovedì e venerdì; infine, mercoledì è previsto un nuovo vertice di maggioranza sulla legge elettorale e non è esclusa una riunione del CdM sulla riforma della prescrizione penale.
Francesco Gagliardi
Fonte immagine: ilsole24ore.com