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Policlinico di Bari: 16 primari settantenni sul piede di guerra...per una poltrona
BARI - Stavolta la legge arriva lì dove non conosce limite l'avarizia umana. Come i calciatori appendono le scarpe al chiodo, così almeno 16 storici primari del Policlinico di Bari dovranno, entro fine mese, lasciare i loro camici bianchi ad altrettanti colleghi già pronti a scannarsi per un posto di comando in corsia.
E' l'effetto congiunto di una disposizione statale in base alla quale i professori di prima e seconda fascia devono andarsene in pensione alla veneranda età di 70 anni con possibilità di chiedere una proroga per un altro biennio (norma introdotta nel 2004) e il decreto anticrisi che vincola tale prosecuzione al parere vincolante dell' Università di Bari.[MORE]
I conti in rosso della gloriosa istituzione accademica intitolata al compianto Aldo Moro porteranno inevitabilmente ad una decisione che appare scontata, primo perchè non dispone di liquidità immediata e secondo perchè si è deciso di non fare più assunzioni almeno fino al 2011.
A 70 anni, si sa, alcune virili virtù vengono meno ma non quella – sempre valida – dell' attaccamento alla poltrona: c'è già stato quindi il ricorso al Tar di alcuni primari destinatari della norma.
I giudici, prima di pronunciarsi definitivamente giovedì prossimo, avevano chiesto al Policlinico se vi fosse la possibilità di stipulare un contratto privato con i soggetti interessati, in modo da superare il vincolo della funzione pubblica della professione, svolta all'interno di una struttura pubblica anch'essa.
Ma a deludere ogni attesa c'è la voce autorevole di Vitangelo Dattoli – direttore della Asl di Bari – che afferma: “La legge vieta di stipulare ogni tipo di contratti nei cinque anni dal pensionamento”.
E stavolta non è la vita dei pazienti ad essere appesa al filo, bensì la sorte dei 16 primari, tra cui spiccano i nomi dei professori Francesco Dammacco, Francesco Paolo Schena (sarà in carica fino al 2012), Antonio Francavilla .e altri.
Qualora vi fosse la possibilità di consentire la prosecuzione dell'attività didattica tramite prestazioni gratuite (e quindi non retribuite) non sarebbe scontato il parere favorevole degli enti preposti: dovrà infatti pronunciarsi il Dipartimento di competenza, il cui parere verrà vagliato dal Consiglio di Facoltà che dovrà dimostrare come e se si potrà proseguire l'attività didattica anche senza i 16 medici.
Considerato il proliferare di professori tra gli studenti di Medicina e Chirurgia pare inverosimile una decisione positiva, come pure sembra davvero lontana l'ipotesi di una carriera in corsia che vada oltre la soglia (già alta) dei 70 anni.
[in foto, il Policlinico di Bari]