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Polemiche su Vallanzasca, "La sofferenza dei parenti delle vittime diventa fenomeno da botteghino"

VENEZIA – Divampa la polemica sul tappeto rosso della Mostra del cinema di Venezia, ma stavolta non è Gianni Letta a farla infuocare, né il suo capo di partito. L’oggetto è un film e allora tutto va bene. Lunedì prossimo andrà in scena l’ultimo film di Michele Placido: Vallanzasca. Gli angeli del male. Ad interpretare il pluriomicida ed ergastolano sarà Kim Rossi Stuart.
La polemica verte sul fatto che il film sembrerebbe “rendere omaggio” a Vallanzasca presentandolo come una brava persona, così almeno affermano i critici.[MORE]
Kim Rossi Stuart si difende: “Io ho una tendenza francescana nell’approccio alla vita, nel modo di relazionarmi con gli altri. E so bene che Vallanzasca ha fatto cose incondivisibili. Ma, prima di scagliarci contro di lui, dovremmo guardare dentro noi stessi”, racconta, “Un attore deve cercare non di giudicare il personaggio, ma di scoprirlo, esplorarlo, farne emergere più aspetti possibile. Per me il mestiere dell’attore significa creare consapevolezza in me stesso e nello spettatore. L’idea di fare un film “pro” o “contro” qualcuno è lontana dai miei presupposti. Questo non è un film pro Vallanzasca. Racconta la vita surreale di un uomo che ha accumulato strumenti per analizzare profondamente se stesso. La frase-chiave arriva verso la fine, quando Vallanzasca dice: ‘Io non sono cattivo. Ho un lato oscuro molto pronunciato’ ”.

“Aggiungo un parere personale,” dice Rossi Stuart, ”: non ha senso accanirsi su un uomo che ha pagato con quarant’anni di galera, come credo nessun altro in questo Paese. Un uomo che non si è mai tirato indietro, che ha affrontato la giusta pena”. Racconta anche i suoi pranzi con l’ex bandito: “Al ristorante, con Placido. Poi siamo stati a casa di sua moglie, Antonella. Lui era convalescente da un’operazione all’anca. Oggi Vallanzasca si presenta come una persona molto socievole. Simpatica, comunicativa, sensibile. Certo, questo è solo il suo modo di presentarsi. Dietro, ha una psicologia che dire complessa è poco. Tutti noi, del resto, ci portiamo dentro tanti aspetti. Spero di essere riuscito a catturarne qualcuno e renderlo nel film”.

Non sono bastate queste dichiarazioni al sindacato indipendente di polizia, che replica così: “Se è vero che non si possono fare solo film sui Santi è anche vero che non è concepibile restituire alle nuove generazioni l’immagine di un assassino. Una cosa è raccontare la storia in modo asettico e oggettivo, un’altra è, con la complicità delle telecamere, dare la possibilità attraverso un film e quindi una sceneggiatura costruita, ad un delinquente di passare alla storia quasi come una brava persona”.
Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp - Sindacato Indipendente di Polizia, risponde all’intervista rilasciata da Kim Rossi Stuart che interpreta Vallanzasca nel film di Michele Placido.
“Vorremmo dire al signor Stuart che il fatto che Vallanzasca abbia pagato il suo debito con la giustizia – dice Franco Maccari – non è una nota di merito, ma se mai dovrebbe essere la normalità. Ma se il nostro fosse un Paese normale, dove chi sbaglia paga. Invece in Italia chi sbaglia diventa il soggetto preferito per registi e case cinematografiche che si arricchiscono su storie che parlano di odio e morte, facendo diventare la sofferenza di chi per questi sbagli ha patito, un fenomeno da botteghino”.
“Dice Kim Rossi Stuart che non era suo compito incontrare i parenti delle vittime di Vallanzasca – dice ancora il Segretario Generale del Coisp - e invece noi gli consiglieremmo di farlo perché se vuole avere l’approccio francescano che dice di avere alla vita, allora della vita deve conoscere tutti gli aspetti e, visto che il suo mestiere è quello di interpretare storie e personaggi, volendosi lui stesso cimentare nel racconto di fatti veri, allora quei fatti dovrebbero essere raccontati in ogni loro aspetto. Perché se a Renato Vallanzasca è stata data una possibilità di riscatto, Renato Vallanzasca ha tolto a molti la possibilità di una vita normale”.