Cultura e Spettacolo
Poiesis - Progetti d'Arte, le Maschere Nude di Pirandello al MARCA di Catanzaro
Catanzaro, 11 Dicembre - Un grande successo, più di un sold out. Ieri sera, nella nobile e aristocratica cornice del Museo Marca di Catanzaro, il servizio d’ordine del Teatro di Calabria ha dovuto aggiungere molti posti a sedere grazie alla grande affluenza di pubblico accorso per assistere all’atto finale della stagione 2017 della rassegna Poiesis – Progetti d’Arte. [MORE]
In questo ultimo viaggio nella letteratura italiana, il professore Luigi La Rosa, curatore della rassegna, ha accompagnato il colto pubblico nell’universo del pensiero di uno dei grandi colossi della letteratura mondiale,
Luigi Pirandello.
Il viaggio intrapreso dal professore ha avuto inizio dalla rivoluzione del romanzo ottocentesco che Pirandello ha fatto. Esso si basava, infatti, sulla figura portante del protagonista che era l’alter ego del romanziere, costruiva, in pratica, il personaggio. Pirandello, invece, lo decostruisce, lo distrugge. Per dimostrare questo concetto il professore si è affidato a Vitangelo Moscarda, protagonista di “Uno, nessuno e centomila”, interpretato con intensità e profondità da Mariarita Albanese che ha restituito al pubblico tutto lo sgomento con cui il protagonista scopre che la sua persona si riflette in tante immagini quanti sono gli altri che lo osservano, ma mai corrispondenti alla sua realtà, scopre, in pratica, che pensava di essere uno ed invece è centomila cose diverse, cioè nessuno.
A questo punto l’obiettivo del professore si è concentrato sul paradosso pirandelliano che afferma che se vogliamo vivere dobbiamo rimanere in una prigione, se vogliamo, invece, esercitare il nostro atto di libertà dobbiamo rinunciare alla vita. Ma come si fa? In tre modi, sostiene Pirandello: attraverso la pazzia, l’arte o la morte.
A dimostrare il primo elemento, la pazzia, ci ha pensato Salvatore Venuto che ha interpretato il protagonista de l’ “Enrico IV”, il dramma che esprime i temi fondamentali della drammaturgia pirandelliana, la solitudine e l’incomunicabilità dell’’individuo, attraverso un personaggio che veste per vent’anni i panni di Enrico IV prima per vera pazzia, poi per abile inganno e infine per una drammatica costrizione.
Per il secondo elemento, l’arte, il professore ha scelto “Sei personaggi in cerca d’autore” e Aldo Conforto e Salvatore Venuto hanno interpretato lo scontro tra uno dei sei personaggi, il padre, e il regista di una compagnia teatrale a cui i sei si erano rivolti in cerca di un autore per la storia della loro vita. La magistrale interpretazione dei due attori è riuscita a dare corpo al pensiero dell’autore mettendo in evidenza in realtà lo scontro tra due concezioni chiaramente diverse del teatro, quella tradizionale e quella nuova pirandelliana.
Per il terzo, la morte, la scelta è ricaduta su “Il fu Mattia Pascal”. Il protagonista è stato interpretato da Aldo Conforto che è riuscito a far arrivare tutto lo sgomento provato da Mattia Pascal alla lettura su un giornale della errata notizia che annunciava il ritrovamento del suo cadavere, ma anche il momento del brivido di libertà che egli ha provato quando si è reso conto che avrebbe potuto essere veramente libero per la prima volta, costruirsi una nuova vita senza obblighi da parte di nessuno.
A questo punto si è giunti alla conclusione, ma Pirandello non conclude e quindi il professore ha scelto proprio l’ultimo capitolo di “Uno, nessuno e centomila”, che si intitola, appunto, “Non conclude”, in cui Vitangelo Moscarda, interpretato ancora una volta intensamente da Mariarita Albanese, afferma “Io sono vivo e non concludo. La vita non conclude”.
Allora non esiste via d’uscita? «Forse si», ha concluso il professore La Rosa,«forse esiste nel coraggio di rinunciare a questo novecento, a questo mondo che promette soltanto falsità, a questo mondo vivo, uguale, conformista e conformato, un mondo disumanizzato che ci toglie lo spirito stesso».
Una meritatissima standing ovation ha salutato i protagonisti della serata per le emozioni che hanno saputo trasmettere ma l’applauso si è protratto a lungo perché sono stati invitati a salire sul palco tutti i membri del Teatro di Calabria che hanno dato l’arrivederci al prossimo anno.
Saverio Fontana