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Pixels con Adam Sandler, guarda Pac-Man quanto è bello. E pacchiano

PIXELS di Chris Columbus, la recensione. Una commedia alla Adam Sandler travestita da revival dei videogiochi degli 80's: effetto carineria vintage in era digitale.

Gli effetti speciali non bastano a rendere speciale un film, ma almeno la cultura digitale può levare ogni sorta di capriccio visivo. E allora eccoli: è giallo, ma non malaticcio, il pimpante Pac-Man; arzillo e nerboruto, Donkey Kong si batte il petto; pronto al footing vintage, scatta e s'arrota il buon Centipede. Sono tutti space invaders, questi videogiochi degli anni ’80, che una razza aliena materializza sulla Terra avendo equivocato una capsula inviata dalla Nasa tre decenni prima in cui si mostrava, come saggio di cultura popolare, una sfida ai videogiochi. Pasticcio galattico – toccherà agli ex campioni risolverlo: uno (Adam Sandler), traumatizzato dal secondo posto, è un nerd un po’ trasandato, che ripara e installa in sciatta tuta arancio; l’altro (Peter Dinklage) è rimasto un guascone bad boy, con la tuta a strisce della galera. Tra i vecchi frequentatori di sale giochi, un altro è diventato improbasbile Presidente degli Stati Uniti (Kevin James), un altro ancora vive in uno scantinato con fantasie video-erotiche e complottistiche (Josh Gad). Vigila sul patto d’acciaio, con un tocco di beltà, il colonnello Van Patten (Michelle Monaghan), a metà tra la Nikita e la desperate housewife separata. Bisogna salvare il mondo prima che lo resettino: non è un gioco, sono questi i super (?) eroi.

LA GUERRA DEI TONTI - In principio era Pixels, un cortometraggio del 2010 di Patrick Jean: New York attaccata da videogiochi ad 8 bit, un contenuto creativo e la creatività contenuta in nemmeno tre minuti. Pixels di Chris Columbus, invece, è di quelle operazioni sfilacciate con un perfetto filo commerciale: il target generazionale ben in mente, il colpo revival in canna e la scanzonatura da commedia americana – tutto coincide alla perfezione, un incastro alla Tetris: Adam Sandler, sventurato e tenerello, che la sceneggiatura del collaudato duo Dowling-Herlihy sa riscattare ora come incrocio tra il Ben Stiller di Tropic Thunder ed il Vin Diesel di Fast & Furious, ora come principe, meglio, ranocchio azzurro. È un’interpretazione valida, tutta mestiere, anche se un po’ stanca, mentre in copertina finiscono gli eccessi di Josh Gad, di smorfie e logorrea, che non manca peraltro di strizzare l'occhio all'Howard di Big Bang Theory. Insomma: la guerra dei mondi sembra una guerra dei tonti, cui l’effetto nostalgia assicura lo zoccolo duro, mentre gag demenziali e stratosferiche evoluzioni grafiche fanno orbitare il film verso una platea allargata. [MORE]

PAC-CHIANATA - Appunto, poi, il deliquio diventa vittima delle proprie traiettorie: non bastassero alcuni bug del montaggio – anche se trovarli, rispetto al livello di attenzione degli anni 2000, è una sfida per arcaders – ci si mette anche una prevedibilità un po’ avvilente, che rende Pixels – qualora sussistessero ulteriori dubbi – una pacchianata divertente. Ma pacchiana. Di cui, il lato pac-maniano, cioè fatto di quegli schemi simili a quelli che Sam Brenner\Adam Sandler impara a memoria per diventare un grande videogiocatore, genera affetto, pur abbassando la qualità. Cinema ad 8 bit, insomma: il codice è semplice, ma funziona.

NEXT LEVEL - Le recensione sarebbe finita. La tentazione di passare al livello successivo, poi, e vederci qualcosa di più, s'impone: il confronto generazionale tra il bambino abituato alle simulazioni sparatutto in HD, troppo violente, ma col brivido dell’inatteso; e l’adulto maniaco dei videogiochi anni ’80, sopravvissuto all'era delle sale giochi in cui si socializzava ed i videogames erano più semplici, forse più poetici. O forse era industria, pura e semplice, anche allora - ma la lente del tempo, adesso, gli dà un tono. Certo è che le sale, quelle cinematografiche, stanno vivendo un destino affine. I cinema sono più vuoti, il cinema, per quanto più evoluto tecnicamente, pare diventare in misura crescente un fatto individuale, un’ebbrezza da camera. Chissà, allora, che persino il piccolo blockbuster senza pretese, chiassoso, furbetto e strampalato, non sia un quadratino di un affresco a schermo più grande: il cinema contemporaneo non può limitarsi a rifugiarsi nelle mirabilie della tecnologia, ma è anche vero che quella stessa tecnologia può fertilizzare idee prima impossibili da coltivare. Senza dimenticare il terreno in cui si semina, un passato d'immagini a cui, ormai, contribuiscono in misura proporzionata tanto l'immaginario del cinema stesso quanto quello dei videogiochi. 
Game over? Macché. Next level, si spera.



DATA USCITA: 29 luglio 2015
GENERE: Azione, Commedia, Fantascienza
REGIA: Chris Columbus
SCENEGGIATURA: Timothy Dowling, Tim Herlihy
ATTORI: Adam Sandler, Peter Dinklage, Josh Gad, Michelle Monaghan, Kevin James
MUSICHE: Henry Jackman
PRODUZIONE: Columbia Pictures, Happy Madison Productions
DISTRIBUZIONE: Warner Bros. Italia
PAESE: USA
DURATA: 105 Min
FORMATO: 2D e 3D


 

Antonio Maiorino