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Piuma nelle sale, Roan Johnson a Infooggi: "è una commedia incantata"
Dalla Mostra Cinematografica di Venezia, in barba a certo snobismo delle grandi kermesse per le commedie, alle sale cinematografiche, Piuma di Roan Johnson (distribuito dalla Lucky Red) si profila come una delle commedie più originali e di più forte identità stilistica di questo scorcio di stagione cinematografica. La storia, raccontata con leggerezza ma ricca di spunti di riflessione, è quella di due adolescenti, Ferro e Cate (Luigi Fedele e Blu Yoshimi), alle prese con una gravidanza inattesa e con i preparativi della maturità. Le famiglie li sapranno aiutare? Possibilmente, scleri permettendo. Perchè essere genitori, ad ogni età, non è affatto facile.
Ne parliamo col regista Roan Johnson al suo terzo lungometraggio dopo I primi della lista e Fino a qui tutto bene, ma con alle spalle anche un romanzo pubblicato da Einaudi - Prove di felicità a Roma Est - ed episodi della serie tv Sky I delitti del BarLume.
ANTONIO MAIORINO: Dopo la partecipazione in concorso al Festival di Venezia, Piuma approda al cinema, ed il primo contatto del pubblico col tuo film è inevitabilmente quello con il trailer. Si presenta come una commedia, ma scommetto che questa definizione ti sta un po’ stretta…
ROAN JOHNSON: Commedia abbraccia in effetti un genere molto ampio: si va da film non del tutto comici, ad altri demenziali, fino ad arrivare ad alcune derive più nobili come la commedia all’italiana dei nostri maestri Monicelli e Germi. Sicuramente Piuma è una commedia con delle particolarità, che fa emozionare – e non succede in tutte le commedie – e che si basa molto sull’amore dei personaggi e sulla storia, con peculiarità cinematografiche rispetto al genere. Rispetto alla commedia all’italiana più pura, comunque, le manca il cinismo: più che disincantata è una commedia incantata, con i suoi tratti di magia, tenerezza e amore che la commedia all’italiana non possiede. [MORE]
A.M: Caratteri, che questi, che distinguono Piuma dai film su commissione o da botteghino: s’intravede qualcosa di molto personale. Da quali impulsi nasce?
R.J: Ero arrivato in un’età in cui dovevo decidermi: se volevo fare un figlio, era arrivato il momento. Come gran parte della mia generazione, un po’ me la facevo sotto. Con la mia compagna, sceneggiatrice, abbiamo pensato di scriverci su una commedia tentando di esorcizzare questa paura. Abbiamo fatto vari tentativi con diversi personaggi e questi ci sembravano i più interessanti da seguire, anche perché non volevamo fare qualcosa su di noi, qualcosa di “ombelicale”. Ferro e Cate, che hanno 18 anni, avevano tutte le caratteristiche per rendere forte il copione: le situazioni divertenti diventavano ancora più comiche, le scene emozionanti ancora più intense. In più avevano la caratteristica di trovarsi in un casino più grande di noi, che abbiamo 35-40 anni. Non c’interessava, comunque, il fatto che ci fossero giovani che hanno figli presto: volevamo parlare in generale della responsabilità della paternità e della maternità e del perché, anche a nostri coetanei, una cosa naturale come fare figli oggi sembri quasi come scalare l’Everest.
A.M: C’è da attendersi, come è normale che accada per un film, che la visione di Piuma produca uno sguardo diverso, in questo caso sul diventare genitori. Cosa lascia seconda te ai più giovani e cosa a chi è genitore da tempo?
R.J: Fare queste anteprime è stato bello. Il nostro è stato una sorta di tour che ci ha portato in giro per Bari, Torino, Milano, Bologna, Firenze. La cosa più interessante è che quasi tutti quelli della mia età escono dalla sala particolarmente commossi. Credo infatti che in tanti si riconoscano nei passaggi di questo film. Piuma è l’avventura di 9 mesi in cui si affrontano tutte le difficoltà, le aspettative, le delusioni, i sacrifici di fare un figlio. Chi ci è passato comprime tutto il tempo e rivede la sua storia in 90 minuti del film, capisce la tenerezza che si prova di fronte a qualcosa di così grande che da cambiare la vita. Quanto ai ragazzi, alcuni si commuovono, altri prendono l’aspetto più divertente di commedia del film. Molti, però, mi dicevano “c’è scritto il film più leggero dell’anno, ma è vero anche che fa riflettere”. Questa è una commedia reale che va a disarcionare tutti gli equilibri in situazioni divertenti ed emotive. Si percepisce il sacrificio, lo stravolgimento della propria vita. Ferro, un po’ inconsciamente, la prende con ottimismo e alla leggera; da un lato ha ragione, dall’altro si accorgerà che il cambiamento e le rinunce non sono da poco.
(Piuma, Roan Johnson con Blu Yoshimi a sinistra e Luigi Fedele a destra. Fonte: Lucky Red)
A.M: Parlavi di un film che non lascia indifferenti, commuove, fa pensare. Se questo avviene, però, non è solo per l’argomento di cui stiamo parlando, ma anche per il modo in cui il film è girato. Le scelte di fotografia, montaggio e musica risultano marcate.
R.J: Fotografia e montaggio vanno un po’ insieme: abbiamo deciso di girare il più possibile dando libertà agli attori senza tagliare continuamente le scene. Questa è un’altra delle caratteristiche che la rendono una commedia sui generis. Le commedie, senza entrare troppo nel tecnico, sono in genere caratterizzate da primi piani, tagliati, ritmati, ecc. Noi invece abbiamo usato molti piani sequenza, abbiamo sfruttato la continuità più che il campo e controcampo. Da un lato il modo più comune, dall’altro il più artefatto: volevamo seguire i personaggi nella loro naturalezza per dar loro freschezza e vitalità. Questo aumenta quelle sensazioni di immedesimazione, vicinanza, amore per i personaggi. Ciò ha voluto dire fare molte prove, perché i tempi comici devono essere perfetti e non li puoi aggiustare al montaggio. Anche per la musica c’è stata una scelta fuori dagli schemi per una commedia: non abbiamo inserito musiche su scena, durante i dialoghi, in Piuma la musica si apre sempre in momenti di respiro o più magici, poetici, con effetti visivi importanti come la nuotata sulla città, le paperelle, ecc. La musica è quasi tutta funzione emotiva, ma non va in quegli interstizi, in quelle pause della narrazione, dove piuttosto cerchiamo assaporare le emozioni alle persone. Lorenzo Tomio, autore della colonna sonora, ha compiuto davvero un lavoro eccezionale.
A.M: Tutto molto studiato, dunque, a livello di regia. E chiudiamo il cerchio proprio parlando della tua crescita artistica: se è vero che Piuma nasce da qualcosa di particolarmente sentito, è anche evidente che dai tempi de I primi della lista (2011) il tuo modo di fare cinema è cambiato…
R.J: Sì, in mezzo ci sono stati sia Fino a qui tutto bene che I delitti del BarLume. Fino a qui tutto bene è stato molto importante. Con I primi della lista ero ancora insicuro a livello della macchina da presa. Nasco come sceneggiatore scrivendo per il cinema e la tv e solo dopo sono approdato alla regia. All’inizio ero ancora indeciso tra sceneggiatura e regia, nel frattempo ho persino scritto un romanzo. Fare la regia è un lavoro complesso e stressante, in cui trovare il modo di manovrare la macchina non è facile. Con i primi della lista ho finalmente detto: da grande voglio fare il regista. Fino allora, però, ero uno sceneggiatore che metteva in scena quello che scriveva. In Piuma c’è quella sicurezza e quella consapevolezza del mezzo che mi ha dato la possibilità di osare di più: si vede nella scelta dei tagli lunghi, piani sequenza totalmente privi di tagli. C’è un’evoluzione per me da un punto di vista della capacità e della maestria, di quanto io fossi sicuro con la macchina da presa. I temi poi sono completamente diversi. I primi della lista è ambientato negli anni ’70, si parla della paura di un colpo di Stato, ma io ci vedo una sorta di filo rosso, e se non fosse ridicolo parlarne così, parlerei addirittura di una trilogia del romanzo di formazione. Tutti e tre sono romanzi di formazione in diverse epoche e diversi momenti della vita, con sfumature differenti – più grottesco I primi della lista, più poetico Piuma – ma sempre con ironia e col tentativo di raccontare temi che per me erano importanti e che volevo raccontare riuscendo a trovare un modo di riderci su ed emozionarci.
DATA USCITA: 20/10/2016
GENERE: commedia, sentimentale
REGIA: Roan Johnson
CAST: Luigi Fedele, Blu Yoshimi, Michela Cescon, Sergio Pierattini, Francesco Colella, Brando Pacitto, Francesca Antonelli, Massimo Reale
SCENEGGIATURA: Roan Johnson
FOTOGRAFIA: Davide Manca
MONTAGGIO: Paolo Landolfi, Davide Vizzini
MUSICHE: Lorenzo Tomio
PRODUZIONE: Sky Cinema e Palomar
DISTRIBUZIONE: Lucky Red
PAESE: Italia
DURATA: 98'
(Nell'immagine principale: dettaglio di fotogramma di Piuma, fonte: Lucky Red)
Antonio Maiorino