Editoriale
Milano zingaropoli islamica. La politica dittatoriale del premier
MILANO, 24 MAGGIO - Aria di distensione tra gli sfidanti al ballottaggio per la poltrona di sindaco di Milano. Una rapida stretta di mano tra il sindaco uscente di Milano, Letizia Moratti, e il suo sfidante del centrosinistra, Giuliano Pisapia, ha sancito ieri la sospensione delle ostilità ai giardini Falcone-Borsellino per la cerimonia in occasione del 19esimo anniversario della Strage di Capaci.[MORE]
Era dal velenoso confronto tv su Sky in cui la Moratti aveva accusato Pisapia di "essere amico dei terroristi" che tra i due non c'era più stato scambio di saluti.
Freddo il commento di Pisapia: "Ho stretto la mano che mi ha dato come faccio con tutte le persone gentili e cortesi. Siccome sono gentile e cortese,do la mano a chi me la porge" Soddisfatta invece la Moratti: "Mi ha fatto molto piacere".
Intanto prosegue lo spettacolo "da baraccone" del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dopo le pernacchie del senatùr Bossi al Ciellino Formigoni.
La Milano da bere è invasa da comizi elettorali in stile "Istituto Luce", finalizzati a conquistare il populismo più intransigente dell'elettorato meneghino.
"Dobbiamo andare tutti a votare, non vogliamo davvero consegnare la nostra Milano ad una sinistra autoritaria, inefficiente, clientelare". Lo afferma, sul sito ufficiale del PdL, il premier Berlusconi. "Milano -aggiunge B.- non può, alla vigilia dell'Expò 2015, diventare una città islamica, una zingaropoli piena di campi Rom e assediata dagli stranieri a cui la sinistra dà anche il diritto di voto. Milano ha una storia che si colloca di diritto nella rsa delle capitali più importanti dell'Europa per intelligenza e creatività". Berlusconi conclude con una stoccata a Pisapia, "reo di prendere il caffè ogni giorno con i Centri sociali".
Forse è il momento di rinfrescare le idee al presidente Berlusconi, riesumando alcuni articoli della Costituzione spesso dimenticati da gran parte dei politici e dei cittidini italiani e europei
L' articolo 3, al primo comma, recita:" Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali".
L' articolo 6:" La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche".
Gli articoli 8 e 10 stabiliscono le libertà religiose, "in quanto non contrastino con l' ordinamento giuridico italiano e la condizione dello straniero.
L'articolo 19 recita "tra i diritti e doveri dei cittadini troviamo la libertà religiosa, come diritto individuale, anche se può esprimersi in forma associativa".
Probabilmente il premier, prima del crollo definitivo del 'Berlusconismo', tenterà l'ultimo "oltraggio" alla Costituzione.
M.R.