Politica
Pisanu: "La mafia mangia il 20% del Pil delle regioni del Sud"
ROMA, 17 maggio 2011 - “La Mafia mangia il 15-20% del PIL delle regioni del Sud”. Non usa giri di parole Beppe Pisanu, presidente della Commissione Antimafia, illustrando i risultati dell'organismo di controllo nella conferenza stampa di metà legislatura, poche ore fa a Palazzo San Macuto.
Sicilia, Calabria, Campania e Puglia guidano la lista nera dei territori nei quali le infiltrazioni mafiose giungono fino all'ossatura della società, coinvolgendo gli strati sociali più bassi che pagano la scarsa scolarizzazione in termini di assoggettamento alle perverse logiche affaristiche delle organizzazioni criminali, in uno “sciagurato reclutamento tra le nuove generazioni – dice Pisanu - e, in particolare, tra i giovanissimi provenienti dalle famiglie povere e a più scarso livello di istruzione”.[MORE]
Il giro d'affari di questo invisibile colosso industriale si aggira attorno ai 50 miliardi di euro all'anno (una manovra correttiva biennale di bilancio ne consta 38, ndr.) , con gli introiti delle scommesse e dei giochi ad esse legate, costringendo lo Stato ad una guerra ben lungi dall'essere già vinta perchè deve essere combattuta su diversi livelli: sociale, economico e soprattutto politico.
Se è vera la persistente presenza delle Mafie nelle quattro regioni meridionali, ancor più lo è in quelle del Nord, come hanno recentemente dimostrato le operazioni delle Forze dell'Ordine in Lombardia contro la 'Ndrangheta: vaste aree del Lazio, dell'Emilia Romagna, della Lombardia, della Liguria e del Piemonte sono ormai controllate dalla criminalità organizzata.
“È il segno evidente - osserva Pisanu - di un progressivo spostamento delle pratiche e degli interessi mafiosi ben oltre i confini del Mezzogiorno, presente da almeno 40 anni ed esteso oltre il territorio nazionale con radici in Germania e nel resto del Mondo”.
Fulcro della radicalizzazione criminale sul territorio è il perenne legame tra la Mafia e la Politica, grazie a cui sempre più spesso interi consigli comunali vengono sciolti: tantissimi episodi ancora oggi senza colpevoli e mandanti hanno funestato la Storia d'Italia sebbene sia chiarissima la matrice che li ha prodotti, tanto da indurre Pisanu ad affermare “non nego che aspetti ancora oscuri delle stragi del '92-'93, dalle ombre dei servizi segreti alla gestione del 41 bis, abbiano dato fondamento a timori e sospetti”.
Insomma, “non si sono mai visti tanti interessi criminali scaricarsi pesantemente – conclude Pisanu - senza neanche il velo della mediazione, sugli enti locali, sulle istituzioni regionali e sulla rappresentanza parlamentare. Gli organi di informazione, le indagini della magistratura, i primi controlli sulla formazione delle liste ci hanno dato in questo senso conferme inequivocabili e mi chiedo come sia possibile battere militarmente la mafia, se non la si sconfigge contemporaneamente sul terreno dell'economia, delle relazioni sociali, della pubblica amministrazione e della stessa moralità politica”.
Francesco Corallo
[foto da repubblica.it]