Sport
Pioli e l'Inter ritrovata: le ragioni della ripresa
MILANO, 23 GENNAIO - C’era chi diceva che ieri sarebbe stato facile. Perché sul proprio campo il Palermo aveva collezionato il misero bottino di un punto. Per le difficoltà dei rosanero e ormai il meno undici dall’ultimo posto salvezza. Ma facile non lo era affatto, proprio a causa della disperata situazione degli uomini di Corini, sconfitti ma combattivi sino alla fine. Senza tuttavia suscitare preoccupazioni alla porta dell’estremo interista Samir Handanovic.[MORE]
Generalmente, per analizzare una squadra ritrovata ed in salute, queste sono le partite più indicative. Quelle gare così facile da superare (sulla carta) ma spesso così insidiose e complicate. A mettersi di traverso ai nerazzurri anche una giornata climatica difficile ed una limitata cattiveria sottoporta nella prima frazione (sottotono Icardi, non a caso). Poi il guizzo vincente, quello di un Candreva positivo a tratti. L’assist al bacio, la zampata di Joao Mario. La sesta vittoria consecutiva dell’Inter di Pioli potrebbe sintetizzarsi qui ma è molto altro. Perché gare come questa o contro il Chievo, vinte con determinazione e tenacia, sarebbero andate perse in tempi diversi. Quelli del secondo Mancini o dell’ex De Boer, per intenderci.
Con Pioli, l’Inter è la (seconda) squadra che ha fatto più punti nelle ultime 9 gare di serie A: solo il Napoli di Sarri ha fatto meglio, 23 a 22. Ma è proprio quello l’obiettivo nerazzurro: scavalcare i partenopei e ritrovare quella Champions assente da ormai cinque anni. Là davanti, Juve, Roma e Napoli corrono ma i nerazzurri tengono: il divario di 5 punti è consistente ma non così drammatico ed impietoso.
I meriti di Pioli si legano ad una complicità immediatamente intrapresa con squadra e società. Idee chiare, lucide e ricorrenti: ne è un emblema la conferma della difesa, che ha trovato la propria quadra nel quartetto D’Ambrosio-Miranda-Murillo-Ansaldi e nell’ottima ripresa del centrocampo (in crescita Brozovic e soprattutto Kondogbia). Se poi si aggiungono il fondamentale innesto di Gagliardini e la capacità di lettura (anche a gara in corso) del tecnico romagnolo, il piatto interista è servito.
Con 8 vittorie consecutive (compresa Europa League e Coppa Italia) l’Inter ha ritrovato una continuità sconosciuta negli ultimi anni. Con Mazzarri l’impresa era diventata vincerne tre di fila. Oggi vincere non fa più così paura. Ma ci sarà da riconfermarsi, perché nulla è ancora stato fatto. Dopo il Pescara, con cui l’Inter è naturalmente chiamata a vincere visto il passo del Napoli, arriverà il banco di prova della maturità: il big match allo Stadium contro la storica rivale Juventus. Un po’ dove l’Inter di Pioli è rimasta incompiuta, vedasi lo stop col Napoli e il pareggio al gong nel derby col Milan. Per capire dove si può arrivare.
foto da: naijascoreboard.com
Cosimo Cataleta