Economia

Piemonte: 500 sindaci protestano per i tagli ai trasporti pubblici

TORINO, 03 APRILE 2013 - Sono circa cinquecento i sindaci piemontesi che quest'oggi hanno manifestato a Torino contro i tagli ai trasporti pubblici. Arrivati con ventidue pullman all'Auditorium del Palazzo della Provincia di Corso Inghilterra, insieme a numerosi rappresentanti delle giunta provinciali, si sono incontrati per chiedere alla Regione di ridimensionare i tagli previsti.

Durante la giornata si è tenuta una conferenza nella quale sono intervenuti, tra gli altri, sia Antonio Saitta, Unione Province italiane, che Piero Fassino.[MORE]

Il sindaco di Torino ha dichiarato: «Il fatto stesso che qui ci siano oltre 500 sindaci piemontesi sia la rappresentazione di quanto sia sentita la problematica del trasporto pubblico. La situazione è sempre più insostenibile e se non si apporteranno modifiche strutturali alle condizioni di bilancio ci troveremo in una situazione analoga su welfare, istruzione, servizi educativi e cultura. Ci troveremo, cioè d fronte alla difficoltà di erogare servizi fondamentali per i cittadini. Se si riduce l'erogazione del servizio non solo accentuiamo la crisi ma rischiano di finire dentro una recessione pericolosa. Siamo coscienti che dobbiamo far fronte alla quotidianità con quello che abbiamo a disposizione, peraltro noi sindaci lo facciamo tutti i giorni, ma siamo qui a dire che non è sostenibile un ennesimo taglio indiscriminato delle risorse per i trasporti come è stato fino qui configurato perchè vuol dire mettere in ginocchio un sistema fatto di aziende, lavoratori e cittadini. Significa concorrere a un sistema recessivo. Chiediamo alla Regione di revocare le decisioni fin qui assunte ed evitare che si consideri il trasferimento statale di 425 milioni di euro una somma sufficiente al funzionamento del servizio. La Regione deve fare la sua parte in concorso con quello dello Stato così come annunciato dal governatore del Lazio. Faccio solo un accenno sui fondi Fas. Se ci sono delle risorse queste vanno suddivise sui diversi servizi e non su un'unica voce. Il Piemonte con i suoi 1206 comuni, inoltre, ha un territorio che per la sua conformità necessita di una riorganizzazione del sistema dei trasporti e non di tagli. La Regione effettua tagli sulle tabelle ma noi sindaci tagliamo sulla pelle dei cittadini».

Saitta ha aggiunto: «Un taglio del 30% non è accettabile, perché, di fatto, farebbe venir meno il servizio. La Regione Piemonte ora dovrà per forza di cose aprire un tavolo con gli Enti locali e decidere un piano di rientro del debito proprio sul tema del trasporto pubblico locale, per non mandare in rovina tante piccole e medie aziende del settore: già negli ultimi due anni abbiamo operato molti tagli, soprattutto per quanto riguarda le corse nei giorni non lavorativi, ma non si può tagliare oltre una certa misura e non è vero che vi sono ancora bus che viaggiano vuoti. Ora non possiamo e non vogliamo impedire ai lavoratori di andare a lavorare e agli studenti di andare a scuola. Il Piemonte è l’unica Regione che ha deciso tagli di questa dimensione. La conferenza Stato-Regioni ha a suo tempo stabilito che per finanziare il trasporto pubblico locale si devono utilizzare sia il Fondo unico nazionale che il Fondo perequativo. Qui in Piemonte la decisione è stata di utilizzare il Fondo perequativo per intervenire sul disavanzo della sanità pubblica. Non si possono far pagare agli utenti del trasporto locale le difficoltà della sanità. Chi sostiene che il problema non è reale prenda il pullman o il tram la mattina, per vedere gli effetti dei tagli già effettuati negli anni scorsi».

Roberto Cota, governatore del Piemonte, che è stato attaccato per via dei fondi tagliati, si è difeso spiegando, tramite Internet, che è lo Stato ad aver ridotto le risorse destinate alle Regioni.

(Foto da corsincitta.it)

Alessia Malachiti