Economia
Piazza Affari migliore d'Europa: +1,32%
MILANO, 7 NOVEMBRE 2011 - Gli andamenti per l’intera giornata sono stati influenzati dalle voci sulle possibili dimissioni del premier. Non appena la notizia ha iniziato a diffondersi, dopo la dichiarazione di Giuliano Ferrara, la Borsa di Milano è volata portando in calo il differenziale tra i titoli di Stato italiani e gli omologhi tedeschi. [MORE]
In meno di un’ora lo spread Btp-Bund è passato da 470 punti al record storico dall’introduzione dell’euro di 491 punti base, il rendimento decennale supera quello che molti osservatori considerano un punto di non ritorno e raggiunge il 6,67%. Non appena ha iniziato a circolare la voce, verso mezzogiorno, che il premier fosse in procinto di dimettersi, il differenziale ha iniziato a calare attestandosi sotto i 470 punti.
Dopo poco meno di un’ora e soprattutto dopo la smentita delle dimissioni del premier, la corsa di Piazza Affari rallenta e lo spread riprende a salire a livelli record, raggiunge i 482 punti. Nel primo pomeriggio sale ancora a 487, per poi riscendere intorno alle 16 a 465 punti base. In chiusura della Borsa milanese torna però ad allargarsi toccando di nuovo i 490 punti base ritornando al livello record del 6,69%.
Alla fine lo spread termina a 487 punti base, mentre la Borsa di Milano chiude in deciso rialzo, a +1,32% confermandosi la migliore tra le maggiori Piazze d’Europa Leggermente negative le principali Borse europee: Francoforte cede lo 0,58%, Parigi lo 0,31%.
Bancari in netto rialzo: MEDIOBANCA +5,36% e INTESA SANPAOLO +2,84%, positiva anche UNICREDIT +1,87% mentre MPS scivola del 4,28%. Sale Generali + 1,54% preceduta da Fondiaria-Sai +3,3%. In campo industriale, Campari avanza del 2,3%, Fiat +2.90% e Fiat Industrial +2,15%. Mediaset è sopra la parità, nonostante i problemi del suo azionista numero uno, e sale dello 0,2%, Lottomatica +0,53%.
Il tutto dopo una giornata in cui la borsa influenzata dal clima d’incertezza politica del nostro Paese, si è mossa sulle attese del famoso passo indietro di Berlusconi.
Sara Marci