Salute

Peste suina africana: emergenza sanitaria nel reggino, piano di eradicazione in atto

REGGIO CALABRIA, 10 AGO - La peste suina africana (PSA), una grave minaccia per gli allevamenti e la fauna selvatica, ha fatto la sua comparsa per la prima volta in Calabria nella primavera del 2023. Il primo caso è stato segnalato a Cardeto, in provincia di Reggio Calabria, dove è stata rinvenuta la carcassa di un cinghiale positivo alla PSA.

Da quel momento, l’allarme si è esteso, con ulteriori focolai identificati nella stessa provincia, in particolare lungo il versante ionico. Due allevamenti semibradi di suini nei comuni di Africo e San Luca hanno registrato casi di PSA. Ad oggi, la situazione nella zona rossa conta 17 casi positivi nei cinghiali e 6 nei suini domestici.

Per fronteggiare l’emergenza, la Regione Calabria ha messo in atto un piano di eradicazione mirato, approvato il 5 febbraio 2024, seguendo le direttive del Commissario Straordinario Nazionale per la PSA. Questo piano prevede il monitoraggio e l’abbattimento dei cinghiali da parte delle squadre autorizzate dagli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC).

Nel periodo compreso tra gennaio e aprile 2024, sono stati abbattuti complessivamente 6.055 ungulati. Il numero totale di cinghiali abbattuti ha visto un significativo aumento negli ultimi anni: 19.225 nel triennio 2019-2021, 23.157 nel 2022 e ben 32.853 nel 2023.

La Regione Calabria si distingue come una delle più attive nella lotta al contenimento della PSA, con un incremento costante delle attività di caccia collettiva e di controllo. Inoltre, il 13 giugno 2024, è stata approvata la delibera n. 280, che stabilisce le linee guida per la redazione del Piano Straordinario Regionale Quinquennale per la gestione e il contenimento del cinghiale (Sus scrofa). Questo piano, in fase di approvazione entro settembre, mira a introdurre procedure più efficaci per contrastare la diffusione della malattia.

L’impegno delle autorità locali è cruciale per evitare che la PSA si diffonda ulteriormente, mettendo a rischio sia l’economia legata all’allevamento suinicolo che la biodiversità regionale.