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PERUGIA, 7 NOVEMBRE 2013 - Quest'oggi sul sito provinciale della Provincia di Perugia, sono state divulgate le dichiarazioni del consigliere provinciale Luca Baldelli. “Mentre va in onda la farsa ridicola e insultante del “ cuneo fiscale “, con l’elemosina dei 14 euro mensili elargiti ai lavoratori dal Governo Letta, peraltro in procinto di essere azzerati dalla “tassa Berlusconi “, ossia dalla nuova “ TASI“ istituita grazie alla demagogia del PDL, che ha voluto l’abolizione dell’IMU senza le necessarie coperture, nel Paese continua la rassegna delle verità non dette o, peggio, occultate da un apparato mediatico al servizio dei padroni. Una di queste verità è quella del costo del lavoro. Si seguita a ripetere da più parti, con impudenza pari solo alla malafede di chi conosce le vere cifre e non le mostra, che nel nostro Paese esso sarebbe più alto che in Europa; di qui la necessità delle varie misure sul “cuneo fiscale “.
Ebbene, con grande scorno per i tromboni dei giornali padronali , per Confindustria e per tutta una pletora di politici asserviti ai voleri dei padroni del vapore, il “ Destatis “, ossia l’Ufficio federale statistico tedesco , ha pubblicato qualche mese fa le vere cifre sul costo del lavoro in Italia , in seguito ad un’indagine assolutamente imparziale e rigorosa , che segue altre inchieste effettuate nel corso degli anni (dal 1995 almeno in avanti) da “ Eurostat “ e da altri autorevoli Istituti, Tutte queste inchieste hanno, invariabilmente, rilevato un dato : il costo del lavoro in Italia, comprensivo di contributi sociali, è tra i più bassi dell’Eurozona. Secondo l’indagine del “ Destatis “, nel 2012 il costo medio per ora di lavoro in Italia ammontava a 27,20 euro , contro una media dell’Eurozona di 28,20 . Nel settore manifatturiero, la differenza è ancora più marcata : qui il costo medio orario è di 26,90 euro, contro una media dell’Eurozona pari a 30,10 euro.
All’interno della zona euro, l’Italia è preceduta da ben 8 Paesi : Belgio ( costo medio per ora di lavoro 40,40 euro ), Francia ( 34,90 euro ), Lussemburgo ( 34,40 euro ), Olanda ( 31,30 euro), Finlandia ( 31,10 euro ), Germania ( 31 euro ), Austria ( 30,50 euro ), Irlanda (27,40 euro ). Riguardo ai contributi pagati ogni 100 euro di salario, l’Italia , lungi dall’essere prima o seconda, è quinta in classifica: segue, con 40 euro, Svezia, Francia, Belgio e Lituania. A tutto ciò, si accompagna una redistribuzione della ricchezza assolutamente iniqua , a tutto vantaggio di una minoranza di privilegiati e benestanti, secondo un trend che, nel corso degli anni, ha reso il nostro Paese più simile a quelli dell’America Latina versione anni ’80 che a quelli europei . Secondo dati della Banca d’Italia, risalenti al 2010, il 10 % della popolazione concentra nelle proprie mani il 45 % della ricchezza.
Questo è il vero problema, non la differenza tra netto e lordo in busta paga o il famigerato “costo del lavoro “ che è solo un alibi per i padroni per poter continuare a pagare stipendi da fame e concentrare nelle loro mani gran parte della ricchezza prodotta, magari anche a spese della gran massa dei contribuenti ( dipendenti e piccoli artigiani e commercianti), con ulteriori sgravi sui contributi sociali e sulle tasse . Altre sono le vie da percorrere sul piano fiscale : una patrimoniale sulle grandi ricchezze che sia da pungolo anche per investimenti nell’economia produttiva, spostando il carico fiscale dal lavoro alla rendita ; una lotta serrata, autentica all’evasione fiscale del grande capitale , non la farsa dei controlli unicamente sugli scontrini dei baristi e degli ambulanti, all’insegna del motto “ forti coi deboli e deboli coi forti “; una tassazione fortemente progressiva sui movimenti e le transazioni del capitale speculativo, secondo quanto raccomandato, storicamente, non da trinariciuti bolscevichi, ma da liberali autentici come Galbraith, diversi dai “ liberali “ di casa nostra , per i quali liberalismo significa difesa dei privilegi di caste varie diversamente denominate.
Altro che “cuneo fiscale“ ! Altro che prese in giro ! Altro che elemosine vendute per riforme ! Dai dati inoppugnabili delle inchieste sul costo del lavoro e sulla redistribuzione del reddito, si lotti per una nuova politica economica, l’unica in grado di rilanciare il Paese attraverso la lotta alle ingiustizie, alle diseguaglianze e ai danni prodotti dal neoliberismo” . [MORE]