Politica
Pernacchia, dito medio, minaccia di rivoluzione e un Bossi che non si smentisce mai
ROMA, 3 NOVEMBRE 2011 - All’indomani della nuova bufera abbattutasi sui mercati finanziari internazionali, il governo prepara le contromisure che almeno in parte dovrebbero essere varate tra giovedì e venerdì, quando a Cannes si terrà la riunione del G20.
Al Quirinale, Napolitano ha ricevuto le delegazioni del Terzo Polo, del Pd, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, che questa mattina ha preso parte al lungo vertice interministeriale a Palazzo Chigi sulle misure anticrisi, assente per il protrarsi dell'ufficio di presidenza del partito, la delegazione del Pdl che salirà sul Colle domani.[MORE]
Assente anche il leader della Lega Umberto Bossi, ma al suo arrivo a Montecitorio ha dato il meglio di sé con i giornalisti, o per meglio dire ha riproposto l’oramai abituale copione: pernacchia, minaccia di rivoluzione e dito alzato. Un “No comment” ai cronisti che gli chiedono dell’eventualità che il premier Silvio Berlusconi si dimetta, qualche istante di silenzio e poi "Berlusconi non lo fa, inutile chiedere tanto quello non lo fa", troppo tranquillo per essere lui, dalla seconda domanda ha inizio lo show: la pernacchia quale risposta all’ipotesi del varo un governo di larghe intese capeggiato da Mario Monti, e poco dopo il dito medio a voler dare forse maggior enfasi al suo secco “No” ad interventi sulle pensioni di anzianità, per concludere poi con la minaccia di rivoluzione “Se togliamo le pensioni a chi ha sempre lavorato per dare i soldi a Roma, facciamo scoppiare la rivoluzione di sicuro".
Sara Marci