Cultura e Spettacolo
"Sanremo riflette la società italiana":prima parte dell'intervista allo speaker Massimo Emanuelli
SANREMO, 10 FEBBRAIO 2013 - Due giorni ci separano dalla partenza della 64° edizione del Festival di Sanremo, che vedrà il ritorno di Fabio Fazio alla conduzione con l'energia e l'ironia di Luciana Litizzetto. Un Festival già discusso e chiacchierato, visto che come ogni grande evento che si rispetti diviene argomento di dibattito e confronto per moltissimi italiani.
Per parlare di Sanremo e della sua storia ho deciso di dialogare con un nome noto nell'ambiente musicale, che ha dedicato tanto del suo lavoro al Festival di Sanremo e ai suoi protagonisti. Massimo Emanuelli, insegnante, speaker radiofonico e pioniere dell'emittenza privata locale ha vissuto gli anni d'oro del Festival, attraversando con esso i mutamenti storico - sociali di un Paese. Direttore artistico di DJ Sotto le Stelle, nei prossimi giorni condurrà per RadioFree e per un circuito di emittenti collegate "Perché Sanremo è Sanremo" in cui racconterà la storia dell'Italia e del Festival dal 1951 ad oggi intervistando alcuni dei protagonisti del Festival degli anni passati.[MORE]
Con Massimo Emanuelli ho dialogato sul Festival di Sanremo facendo una carrellata storica e scoprendo dei retroscena davvero inediti. Di seguito la prima parte dell'intervista.
- Guardando al passato….come è cambiato il Festival di Sanremo negli ultimi 20 anni?
Come in tutte le cose (politica, spettacolo, cultura, ecc) in peggio. Siamo passati da grandi statisti come De Gasperi, Nenni, Togliatti, e per quel che mi riguarda anche i tanto bistrattati politici della prima Repubblica, a personaggi politici avidi, corrotti e, sopratutto, incapaci. Siamo passati da giurati come Dino Buzzati, Orio Vergani, Totò, Vittorio De Sica, lo stesso Gigi Vesigna, a giornalisti anonimi. Da Pino Donaggio ( che a Sanremo presentò un evergreen "Io che non vivo" e che oggi lavora in America come autore di colonne sonore), Giorgio Gaber, Lucio Battisti ai tempi più recenti con Vasco Rossi, Zucchero, Laura Pausini, a meteore come Jalisse, Marco Carta, Marco Mengoni, ecc.
- Raccontaci un retroscena di un Festival a cui ha lavorato.
Il primo Festival al quale ho partecipato : era il 1979 e lo ricordo perché ero un ragazzino, collaboravo con una radio locale e mi ero introdotto abusivamente e cercavo di intervistare i cantanti, nessuno era a famosa fatta eccezione per gli ospiti d'onore. Nessuno mi prendeva in considerazione fatta eccezione per Enrico Beruschi, per cui facevo il tifo complice la canzone "Sarà un fiore", e Franco Fanigliulo, un personaggio fuori dagli schemi che presentava una canzone "A me mi piace vivere alla grande". Una strofa di questa canzone diceva "foglie di cocaina, voglio sentirmi male", la censura della Rai la trasformò in "bagni di candeggina, voglio sentirmi uguale", in realtà il senso non era quello ma la rima era stata salvata. Fanigliulo è stato un personaggio controcorrente, sarebbe stato un Vasco Rossi di oggi, un provocatore, voleva vivere alla grande, purtroppo gli riuscì poco, morì qualche anno dopo giovanissimo.
- Qual è il ricordo più bello legato al Festival?
Ricordo l'edizione del 1988 ero al top della mia carriera giornalistica, ma con gli anni '90 c'è stata l'inesorabile discesa. Avevo iniziato a pestare i piedi a qualche potente. Quel Festival lo vinse Massimo Ranieri con una canzone meravigliosa "Perdere l'amore". Fu il primo Festival senza Pippo Baudo ( mattatore incontrastato) che se ne era andato dalla Rai per passare a Mediaset a causa di una polemica con l'allora presidente della Rai Enrico Manca. L'edizione 1988 sarebbe stata la prima dopo tanti anni senza Baudo e si aprì con l'immagine di Pippo sul grande teleschermo che salutava i telespettatori (immagine dell'anno prima) poi luci in sale ed uscì in scena Beppe Grillo così : "ve lo meritereste Pippo Baudo", quello stesso Grillo che oggi fa tutt'altro. Il Festival oggi è arrivato ad una degenerazione tale che si rimpiange anche Pippo, trovo assurdo che la Rai lo paghi per non fare niente mentre lui vorrebbe lavorare….
- Se le dico Sanremo cosa le fa pensare ?
Un fenomeno di costume, come il campionato di calcio, i mondiali, facendo sei puntate di uno special radiofonico e scrivendo diversi articoli e libri in passato, ho esaminato la storia d'Italia parallelamente a quella di Sanremo. Sanremo riflette la società italiana, rivedendo 63 anni di Sanremo ci accorgiamo di come sia cambiata l'Italia.
Emanuele Ambrosio