Cronaca

Percettori di mobilità in deroga calabresi abbandonati: ancora nessuno sblocco dei pagamenti

CATANZARO, 4 GIUGNO 2015 - È un'agonia senza fine quella vissuta dai percettori di mobilità in deroga calabresi. Come se non bastasse la crisi economica che attenaglia le attività produttive, soprattutto in una terra meridionale già storicamente precaria da questo punto di vista, la scure che si abbatte su questi lavoratori è quella della burocrazia. Lavoratori: qui nessuno, e ci tengono a precisarlo, chiede l'elemosina. Il sudore della fronte insegna qual'è il valore del denaro, figlio del lavoro. Qui si chiede considerazione, si chiede rispetto. Ma soprattutto lavoro e politiche occupazionali, del tutto assenti finora nella nostra Regione, per quant'è vero che la Calabria occupa i piani alti delle poco onorevoli classifiche riportanti i livelli di disoccupazione totale e giovanile. Ed uno Stato non può abbandonare il motore della produzione, la forza-lavoro, specie quando essa è in difficoltà. Non può che essere una sconfitta per tutto il sistema-Paese quando un dipendente che perde lavoro non vince la battaglia del reinserimento. Perchè ne va della dignità di chi vive la mancanza di un reddito, ne va della dignità propria e dei propri familiari, non nomi e cognomi, non materiale per dati statistici, ma ognuno una storia umana. Non può essere confinato al mondo delle scartoffie, della burocrazia, l'impegno di garantire assistenza alle classi sociali più disagiate, vittime (solitarie) di questa crisi. impegno-dovere-cardine di ogni istituzione democratica. Una burocrazia che si rivela esasperatamente inefficiente. Rimbalzi, scaricabarile, responsabilità rinviate ad altri enti: cambiano i governi ad ogni livello, ma è sempre la solita solfa.

[MORE]Sembrava essere vicino lo sblocco di altre due mensilità, i corrispettivi dovuti per i primi mesi del 2014 (duemilaquattordici pagato solo ora, nessun errore) e, invece, l'ennesimo intoppo. Stavolta le responsabilità, secondo i sindacati, partono dall'alto, non è la cronica mancanza di fondi nelle casse regionali non rimpinguate quanto dovuto da Roma. Stavolta a bloccar tutto è un cavillo burocratico, una nota retroattiva partita dal Ministero gestito da Giuliano Poletti, che potrebbe essere un terremoto nel mondo degli ammortizzatori sociali. Ci informano, con un comunicato congiunto, i sindacati CGIL-CISL-UIL: “La nota inviata ieri dal Ministero del Lavoro contempla alcune restrizioni retroattive che impediranno il percepimento della mobilità. Mentre c’è chi quasi plaude a queste scelte scellerate, Cgil, Cisl e Uil Calabria esprimono la più ferma condanna alle scelte incomprensibili fatte sulla pelle dei lavoratori. Nello stesso tempo vengono bloccate le istanze di mobilità 2013 non decretate per ritardi non certo imputabili ai lavoratori che ne avevano diritto e che produrranno la crescita di un contenzioso già in atto e che ora esploderà con ulteriori aggravi di costi. Il Ministero nega, così, le prestazioni di sostegno 2014 a decine e decine di migliaia di lavoratori che, già privi di ogni fonte di reddito, si vedono ora esclusi da ogni forma di protezione sociale.” In pratica, la discussione verte sul riconoscimento del diritto di percepire la mobilità in deroga ai richiedenti dell'anno 2014 che potrebbero avere diritto solo ad altri tipi di ammortizzatori sociali, continuamente riformati e mai veramente chiari. E dei 55 milioni messi a disposizione da Regione Calabria per lo sblocco dei pagamenti (fermi alla mensilità di gennaio 2014), non andrà, per ora, nemmeno un euro in tasca dei percettori 2013 e precedenti. Andatelo a spiegare a chi aspetta questo bonifico come una manna dal cielo, per quantomeno respirare, in attesa di un lavoro. In attesa che qualcuno crei le condizioni per aver dei posti di lavoro, compito della politica.

La tensione è tangibile: anche oggi dinanzi alle sedi INPS di Catanzaro, Reggio Calabria e Cosenza non sono mancati presidi di ex-lavoratori, che hanno ottenuto anche un incontro con i rispettivi prefetti, chiedendo loro di farsi carico di questo urlo civile d'aiuto. Una situazione che va avanti da troppo tempo, una gestione dell'ammortizzatore sociale che, per responsabilità politiche e burocratiche evidenti, rischia di lacerare il già tenue filo che unisce Stato e cittadini. Le sigle sindacali hanno promesso di alzare la voce: “E’ evidente che da subito intensificheremo le iniziative di mobilitazione già in atto sui territori, con presidi presso le Prefetture, fino alla Manifestazione Regionale che si svolgerà a Lamezia Terme  mercoledì 10 Giugno alle ore 9,30, per esigere risposte certe per i lavoratori calabresi da parte di un Governo che ancora una volta sceglie di penalizzare una Regione nei fatti sempre più abbandonata ad un destino di desertificazione produttiva e ad un isolamento non solo fisico”.
Per dato di cronaca, i percettori di mobilità calabresi sono quasi ventottomila. Un'emergenza.

Salvatore Remorgida