Politica

"Per la gente, mai con il Terzo Polo". Rita Borsellino a carte scoperte

PALERMO, 1 NOVEMBRE 2011 – La scelta era già nell'aria da qualche tempo (ne avevamo parlato qui), ieri la conferenza stampa ha eliminato quei pochi dubbi rimasti. Rita Borsellino si candida a sindaco di Palermo. «All'inizio il mio era un no netto» - ha esordito - «ma alla fine ho deciso di candidarmi alle primarie per l'elezione di sindaco di Palermo perché a questa città è stata tolta la dignità e le va ridata». [MORE]

Qualunque sarà il programma con cui si presenterà, i primi due punti sembrano essere già stati fissati: «Non sono la candidata di un partito, non mi lascio condizionare né coinvolgere dalle sigle politiche», da qui il secondo punto: «Non farò alleanze con il Terzo Polo».

A chi gli ricorda che potrebbe paventarsi all'orizzonte uno “scontro tra titani” qualora l'ex sindaco Leoluca Orlando decidesse di scendere in campo, la Borsellino ribatte: «La mia non è una posizione contro ma diversa, questo gli dovrebbe bastare come garanzia, forse perché lui è un politico vero. Sicuramente non ci saranno scontri con lui».
«Ho dato la mia piena disponibilità a un progetto che metta al centro le palermitane ed i palermitani, un progetto che vada oltre gli schemi tradizionali, aprendo uno spazio di partecipazione che coinvolga tutti quei cittadini disponibili a costruire autenticamente il cambiamento, dando loro un ruolo centrale sia nella fase di campagna elettorale che nella gestione del governo della città».
Borsellino nel solco di De Magistris, Pisapia e quel “nuovo vento” che sembra soffiare da sinistra, dunque?

Questa candidatura, peraltro, sembra essere apprezzata anche da alcune frange della destra, in particolare da Fabio Granata, addirittura “emozionato” dal peso di quel cognome.
Ben altre, invece, le emozioni suscitate nel resto del Terzo polo, che proprio sul nome della Borsellino sembra quasi pronto ad una spaccatura interna, con Gianpiero D'Alia, capogruppo Udc al senato e coordinatore regionale che ammonisce direttamente i democratici sulle eventuali ripercussioni elettorali di questa scelta.

Per capire se Palermo tornerà ad avere la «dignità che le è stata tolta», non resta che aspettare il prossimo 29 gennaio.

Andrea Intonti