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ROMA 15 FEBBRAIO 2012- In base ai dati diffusi dall'Istat, il prodotto interno lordo italiano, nel quarto trimestre 2011, è sceso dello 0,7% sul trimestre precedente e dello 0,5% rispetto al quarto trimestre del 2010. Questo fa giungere l'Istat alla conclusione che, dopo poco più di due anni, l'Italia è dunque in recessione tecnica: "Il Pil è in calo per il secondo trimestre consecutivo dopo che anche il terzo trimestre del 2011 si era chiuso con un saldo negativo dello 0,2% su base congiunturale. L'ultimo periodo di recessione era terminato dopo il secondo trimestre del 2009".
Secondo quanto si legge nel comunicato Istat, il 2011 si è concluso con l'economia italiana in crescita dello 0,4% , contro il +1,4% dell'anno precedente (dati corretti per effetti di calendario). Inolte, i dati evidenziano che la crescita acquisita per il 2012, ovverosia quella che si potrebbe verificare per il puro effetto trascinamento del 2011 se in tutti e quattro i trimestri dell'anno si registrasse crescita zero, risulterebbe essere negativa, e pari a -0,6%.
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Secondo l'Istat, "Il risultato congiunturale complessivo è la sintesi di dinamiche settoriali del valore aggiunto positive per l'agricoltura, negative per l'industria, sostanzialmente stazionarie per i servizi". Inoltre, l'istituto di statistica sottolinea che il Pil sia aumentato in termini congiunturali dello 0,7% negli Stati Uniti contro un calo dello 0,2% nel Regno Unito e dello 0,6% in Giappone. In termini tendenziali, il Pil è aumentato dell'1,6% negli Stati Uniti e dello 0,8% nel Regno Unito ed è diminuito dell'1,0% in Giappone.
Come se non bastasse, i dati forniti dalla Banca d'Italia nel supplemento al bollettino statistico finanza pubblica, rilevano che il debito pubblico e' salito a 1.897,9 miliardi (1.842,9 miliardi a fine 2010). Inoltre, nel 2011 il fabbisogno e' stato pari a 62,6 miliardi. Nel 2010 era risultato pari a 67,0. Al netto del sostegno finanziario ai paesi dell'area dell'euro, il fabbisogno e' sceso a 53,4 miliardi, da 63,1 nel 2010.
Per gli economisti di Bankitalia, a causare l'aumento del debito nel corso del 2011 (55,1 miliardi), oltre il fabbisogno (inclusi 9,2 miliardi di sostegno finanziario ai paesi dell'area dell'euro), anche l'emissione di titoli sotto la pari (che ha comportato scarti di emissione pari a 11,3 miliardi) e il deprezzamento dell'euro che ha incrementato il valore delle passivita' denominate in valuta estera di 0,2 miliardi. A contenere l'aumento della crescita del debito, il ricorso alle disponibilita' liquide detenute dal Tesoro (diminuite di 19,0 miliardi, a 24,3).
Per quanto concerne la ripartizione del debito per sottosettori: il debito delle Amministrazioni centrali e' cresciuto di 54,8 miliardi, a 1.786,8; il debito delle Amministrazioni locali e' aumentato di 0,3 miliardi, a 111,0. Infine, complessivamente, nel biennio 2010-11 il sostegno finanziario ai paesi dell'area dell'euro e' stato pari a 13,1 miliardi: di cui 10,0 concessi alla Grecia, 1,6 al Portogallo e 1,6 all'Irlanda.
A tal riguardo, il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, al termine di un incontro con Confartigianato, ha dichiarato, "Avere un periodo così prolungato di grande difficoltà succede raramente nella storia. Ci eravamo ripresi ma come previsto siamo entrati in una fase di forte recessione. Se vogliamo che l'Italia, dopo dieci anni di crescita insufficiente e molto inferiore al resto dei paesi europei, si rimetta in modo dobbiamo con coraggio introdurre delle riforme profonde e strutturali che liberino le energie del Paese".
Prosegue Passera, sotenendo che, "Bisogna puntare a provvedimenti che assicurino la crescita sostenibile e nel lungo periodo. Bisogna puntare sulle liberalizzazioni, sugli investimenti in infrastrutture e poi entrare nel merito dei problemi delle imprese: i problemi dimensionali, quelli della fiscalità, i problemi del credito e delle garanzie sul recupero degli scaduti. Inoltre bisogna intervenire sul costo dell'energia e sui problemi burocratici".
(Fonti: Istat, Ansa, Adnkronos)
Rosy Merola