Cultura e Spettacolo

Per combattere la violenza: a Catanzaro il musical Campus

CATANZARO, 6 MARZO 2017 - Partito da Loppiano (Firenze) il tour italiano di "Campus - the musical" ha raggiunto, sabato 4 marzo 2017, la città di Catanzaro, incantando la platea del maestoso teatro Politeama, con una versione rinnovata dello spettacolo nelle sonorità, nei dialoghi e nelle scenografie, che portano in scena nove storie di giovani universitari alle prese con le scelte e i drammi dell’umanità di oggi: terrorismi, odio tra popoli, disuguaglianza sociale e distribuzione delle ricchezze. [MORE]

L’originale attività del Gen Rosso scaturisce, fin dall’inizio, dal suo bagaglio artistico-culturale, dalla internazionalità dei suoi componenti e dall’impegno personale di ciascuno ad attuare, nel contesto di vita quotidiana, i valori di cui si fa ambasciatore. Oltre 200 persone, dal suo inizio, ne hanno fatto parte. Oggi il Gen Rosso è composto da persone provenienti da: Argentina, Brasile, R.D.Congo, Filippine, Italia, Spagna, Svizzera, Tanzania.

Cosa passa per la testa di un ragazzo che decide di unirsi a una cellula terrorista? Quali sono le ragioni che portano a cercare scorciatoie nella vita? Perché si sceglie la violenza per cambiare il mondo? Domande che potrebbero raccontare la storia dei ragazzi di Campus.

Nato da un’idea originale di Chiara Lubich, l’opera s’ispira a fatti realmente accaduti e arriva sulle scene dopo oltre 10 anni di ricerca contenutistica e artistica. “Era il 2004 ed erano da poco successi i fatti di Madrid, con gli attacchi terroristici alla metropolitana che avevano provocato morti e moltissimi feriti – racconta Valerio Gentile, manager del Gen Rosso” – Ed è proprio sul binario sette di una qualunque stazione delle nostre città che si apre la scena di Campus: una storia di ricerca, dolore, domande e riscatto che mette il pubblico davanti alle ferite più profonde del nostro tempo”.

Il musical si compone di 23 brani, di passaggi coreografici che interagiscono con sequenze filmate, di azioni teatrali e molto movimento. «Il progetto artistico è il risultato della collaborazione di un team di professionisti internazionali» - spiega Beni Enderle che ha curato le musiche. «Le sonorità sono forti e ricche di contaminazioni, di intrecci armonici coinvolgenti, con liriche che spaziano dalla leggerezza delle atmosfere latine, al pathos di ritmiche afro, in una sintesi sonora che colpisce e cattura». «La narrazione e la storia sono sottolineate e costruite da una colonna sonora originale e rigorosamente live che spazia nei ritmi e nelle sonorità Rock, Pop, Reggae, Samba-axe, Elettronica contemporanea, Hip-hop fino al Dubstep» – prosegue Josè Manuel Garcia, musicista.

L’impatto scenico è d’avanguardia. «Ho lavorato in molte produzioni di carattere internazionale – racconta Jean Paul Carradori, scenografo – Campus è stata per me una sfida inattesa per il suo impianto drammaturgico e teatrale molto forte. Era necessario creare un clima che ne valorizzasse i contenuti e allo stesso tempo conducesse lo spettatore a immergersi nella storia».

Lo show è frutto della convergenza e del lavoro sinergico di un team internazionale. La regia è coordinata da Sarah Finch (Gran Bretagna), lo sviluppo dell'idea e la sceneggiatura da Valerio Ciprì (Italia), le musiche da Beni Enderle (Svizzera) e José Manuel Garcia (Spagna), le coreografie da Raymond Estrada (Filippine), il settore tecnico da Emanuele Gervasoni (Italia), il set-design video, luci da Jean Paul Carradori (Italia-Belgio), gli arrangiamenti da Emanuele Chirco (Italia), il suono e la produzione finale da Max Zenoni.

Due gli spettacoli offerti alla cittadinanza di Catanzaro: il primo (nella mattinata) rivolto al giovane pubblico degli istituti d’istruzione superiore del capoluogo, il secondo ed ufficiale si è invece tenuto in serata. I ragazzi presenti in platea, oltre a nutrire un forte interesse per le tematiche portate sul palcoscenico, non hanno fatto di certo mancare l’incoraggiamento ed il tifo per i loro compagni coinvolti nello spettacolo attraverso i c.d. “workshops”. Sono infatti stati oltre 150 gli studenti provenienti dal Liceo Scientifico “L. Siciliani”, del Liceo Classico “P. Galluppi”, dell’Istituto Tecnico per Attività Sociali “B. Chimirri” e dall’Istituto “Maria Ausiliatrice” di Soverato, che nei giorni precedenti allo spettacolo hanno potuto svolgere le consuete attività artistico-educative promosse da GenRosso. Canto, danza, teatro, musica e comunicazione, queste le attività nelle quali i ragazzi hanno potuto cimentarsi, coltivando o scoprendo per la prima volta i propri talenti. Ma non si tratta di sola preparazione tecnica: nei giorni di workshop, i professionisti e gli artisti di Gen Rosso hanno mirato la loro attività per il raggiungimento di vari contesti sui temi della pace e dell’interculturalità, della violenza e del bullismo, della prevenzione, della droga e della risoluzione dei conflitti, con metodi che i ragazzi hanno trovato piacevoli ed a loro molto vicini.

Nello spettacolo serale non è di certo mancata la presenza delle massime autorità della città tra le quali il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, l’Arcivescovo e Presidente della Conferenza Episcopale Calabra, Mons. Vincenzo Bertolone ed il vescovo emerito Mons. Cantisani, il vicario diocesano don Gesualdo De Luca i dirigenti scolastici degli Istituti, le famiglie dei ragazzi e spettatori provenienti dalla città e dall’intera Regione che hanno affollato il teatro occupando ogni posto disponibile tra platea e balconate. Un grande plauso per la gestione degli studenti e per la loro organizzazione tra prove e coinvolgimento alla manifestazione – gli stessi ragazzi hanno voluto rivolgerlo – al professore del Liceo Scientifico Nicola Chiriano, soddisfatto ed emozionato del risultato finale: frutto di collaborazione ed impegno da parte di ogni studente.  

Come ogni esperienza, lunga o breve che sia, “Campus” lascia nel cuore dei ragazzi tanti ricordi e riflessioni; lascia le lacrime e gli abbracci di fine serata tra i ragazzi e gli artisti di Gen Rosso; lascia le tante amicizie nate ed ora destinate a crescere; lascia la consapevolezza di essere cittadini del mondo, di un modo a volte troppo crudele, di un mondo che ha un necessario bisogno di rewind al solo ed unico grido di: BASTA VIOLENZA.

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Filippo Coppoletta