Economia
Pensioni, Ape: anticipo sotto forma di prestito da restituire in 20 anni
ROMA - Nel pomeriggio di martedì 14 giugno il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, hanno illustrato il progetto Ape - Anticipo pensionistico - ai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo.[MORE]
Questo incontro sancisce formalmente la ripresa del dialogo tra governo e parti sociali, dopo il recente periodo di silenzio. L’agenda del giorno ha previsto il confronto su temi quali la previdenza alle politiche attive del lavoro e gli ammortizzatori, ma perno attorno a cui è ruotata gran parte della discussione è stato Ape. Dopo gli svariati tentativi pensati per intervenire sulla flessibilità in uscita, troppo onerosi per un governo che deve attenersi a vincoli di bilancio e che non ha la minima intenzione di modificare la legge Fornero, arriva l’Anticipo pensionistico.
A partire dal prossimo anno, i nati compresi tra il 1951 e il 1955 potranno accedere al pensionamento anticipato fino a tre anni rispetto all’età di 66 anni e 7 mesi richiesta per la pensione di vecchiaia. Ma per godere di questo ‘sconto’ bisognerà richiedere un anticipo sotto forma di prestito, che verrà poi restituito sulla pensione normale in 20 anni, con interessi che oscilleranno in modo più o meno consistente sull’importo dell’assegno, fino a un massimo di circa il 15% per i redditi maggiori.
Per attenuarne il costo, soprattutto a favore dei redditi più bassi, il governo introdurrà una detrazione fiscale ad hoc proprio per alleggerire il peso della rata di ammortamento. Cruciale sarà quindi il ruolo dell’Inps, che in prima istanza certificherà il diritto alla pensione di colui che ne richiede l’anticipo, e gestirà i rapporti con banche e assicurazioni che garantiranno i capitali. Il governo ha anche previsto tre possibilità per cui richiedere l’anticipo, con lievi differenze in termini di costi: chi sceglie l’anticipo perché è rimasto senza lavoro, chi lo sceglie volontariamente e chi lo fa su richiesta dell’azienda, che si farà carico dei costi dell’anticipo.
Stando a Nannicini, non ci sarebbe “nessuna penalizzazione sulla pensione anticipata, c’è solo la rata che è una penalizzazione in sé, ma nient’altro. Si tratta di uno schema flessibile, modulato. Non c’è il 4-5% per tutti, la rata non è regressiva, ma progressiva”. Oggettivamente però, nel caso di ricorso all’Ape quindi di mancanza di versamenti da 1 a 3 anni, la pensione finale sarà calcolata in forma ridotta. Il governo avrebbe già pensato a come compensare tale decurtazione: promuovendo le detrazioni e rendendo più convenienti le ricongiunzioni tra le varie gestioni previdenziali.
Luna Isabella
(foto da pensioniblog.it)