Pensione obbligatoria e pensione integrativa: le differenze
Societa' Lombardia Milano

Pensione obbligatoria e pensione integrativa: le differenze

martedì 24 ottobre, 2023

Il lavoratore che desidera pensare al proprio futuro non può fare a meno di domandarsi a quanto ammonterà la sua pensione e quale tenore di vita potrà permettersi. Queste domande non dovrebbero porsele soltanto le persone ormai vicine alla pensione, ma anche quelle che stanno facendo il loro ingresso nel mondo del lavoro.

Iniziare a pensare il prima possibile alla pensione può aiutare a mantenere, anche durante la vecchiaia, uno stile di vita soddisfacente. Questo può essere reso possibile, oltre che dall’accumulo di risparmi, anche dall’adesione a una forma di pensione integrativa.

Sottoscrivendo un piano pensionistico o aderendo a un fondo pensione aperto o chiuso, il lavoratore potrà contare, al raggiungimento dell’età pensionabile, su un doppio assegno: uno derivante dalla pensione obbligatoria e l’altro proveniente dalla previdenza complementare.

Pensione obbligatoria: che cos’è e come funziona

La pensione obbligatoria è una forma di previdenza sociale che offre un sostegno economico alle persone che, raggiunta una certa età o un determinato numero di anni contributivi, si ritirano dal mondo del lavoro.

Durante la propria vita lavorativa, i lavoratori, sia dipendenti sia autonomi, sono soggetti all’obbligo di versare i cosiddetti contributi previdenziali. Questi devono essere versati alla cassa previdenziale di riferimento. Sebbene la più grande e conosciuta sia l’INPS, ve ne sono numerose altre, le quali fanno capo a diverse classi di professionisti e lavoratori. Tra le tante vi sono ad esempio:

la cassa nazionale del notariato, riservata ai notai e alle loro famiglie;

la cassa nazionale di assistenza e previdenza forense, la quale si rivolge ad avvocati e procuratori;

la cassa medici o ENPAM, destinata alla previdenza dei medici.

Quando un soggetto raggiunge l’età pensionabile, inizia a ricevere mensilmente un assegno, il cui importo varia in base all’età di pensionamento, ai contributi versati e ad altri fattori. In genere, l’importo della pensione corrisponde a una cifra compresa tra il 40% e il 60% dello stipendio.

Che cos’è la pensione complementare

Per non dover modificare drasticamente il proprio stile di vita e non dover fare troppe rinunce, il soggetto in età da lavoro può aderire a una delle tre forme di pensione integrativa:

fondo pensione chiuso, destinato a specifiche categorie di lavoratori;

fondo pensione aperto, a cui possono aderire tutti, anche i disoccupati;

piano individuale pensionistico, una pensione integrativa formulata come un’assicurazione sulla vita e accessibile a chiunque.

 A differenza della pensione obbligatoria, quella integrativa non prevede nessun obbligo. Spetta al diretto interessato decidere se e quando aderire a un fondo o a un piano, nonché stabilire quanti contributi versare, se farvi confluire il Tfr e via dicendo.

Disciplinate dal Decreto Legge 252/2005, le pensioni integrative sono a tutti gli effetti delle forme di investimento e, come tali, presentano dei rischi. Per questo motivo, il lavoratore, prima di aderire a un fondo o a un piano, deve valutarne bene tutte le caratteristiche e le performance, chiedendo eventualmente aiuto a un professionista del settore.


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