Cronaca

Pensionato ucciso a Manduria: spuntano i file audio del ‘branco’

MANDURIA (TARANTO), 6 MAGGIO – Oltre ai video, nella chat WhatsApp del ‘branco’ che ha torturato e ucciso il pensionato 66enne di Manduria (TA) Antonio Stano, morto il 23 aprile ultimo scorso, sono state trovate anche tracce audio di pochi secondi, dove i bulli del gruppo autodefinitosi ‘orfanelli’, hanno commentato le aggressioni e le torture criminali nei confronti dell’anziano. Talune delle registrazioni rilevate dagli investigatori, risultavano ancora presenti nella memoria dei telefonini sequestrati agli indagati, altre invece,sono state acquisite dai periti con sofisticati strumenti tecnologici.

In uno dei file audio, ora a disposizione delle procure che indagano sui fatti, un giovane dice: "Mazzate, proprio mazzate, con le mazze in testa, uno di noi (nell'audio ne indica il nome), sul volto gliel'ha data". In un altro audio - pubblicato dal Nuovo Quotidiano di Puglia - si descrive l'episodio dell'incursione del gruppo, quella del video delle bastonate diffuso dalla polizia, dove un altro giovane componente della ‘gang’ racconta altri particolari. "No ragazzi, dovevate vedere (trovarvi). "Siamo entrati piano, piano, piano. In un secondo quello si è girato (Antonio Cosimo Stano, ndr) trovandosi in casa cinque, sei persone con le mazze; infatti ha lanciato un urlo ed ha perso la voce". L'autore dell'audio, dopo una risata, continua “Comunque” - dice -, “mi dispiace mbà, basta, santo iddio”.

Il premier Giusepe Conte ha commentato su Facebook: ”A distanza di alcuni giorni, ora che le reazioni più emotive si stanno diradando diventa ancora più importante fermarsi a riflettere sulla vicenda di Manduria. Dobbiamo lavorare tanto (Governo, docenti, genitori, responsabili dell’informazione) affinché i nostri ragazzi abbiano la lucida forza di schierarsi dalla parte giusta quando incontrano persone che appaiono più vulnerabili o, per qualche aspetto, diverse. Dobbiamo impegnarci a fondo perché capiscano che il vero coraggio si esprime quando si contrastano i soprusi, non quando ci si piega alla violenza del gruppo per fuggire dalle proprie paure. Dobbiamo spiegare loro che la vigliaccheria si manifesta anche quando, semplicemente, si cede alla tentazione di condividere sui social network un video che riproduce il dileggio e la derisione di persone fragili e indifese. La terribile e tormentata morte di Antonio Stano ha molto da insegnarci: occorre un quotidiano, faticoso impegno perché da ragazzi fragili e insicuri crescano uomini; abbiamo tanta strada da percorrere perché si affermino la cultura del rispetto e i valori della umana convivenza». 

Luigi Palumbo