Estero

Pellegrinaggio di sangue alla Mecca, 717 morti nella calca

LA MECCA, 24 SETTEMBRE 2015 - Un'ecatombe. Centinaia di cadaveri per le strade e un bilancio che si aggrava di ora in ora. Più di settecento persone sono morte e quasi mille sono rimaste ferite nella calca tra i pellegrini a Mina, città santa a 5 chilometri dalla Mecca, nel primo giorno di Eid al-Adha, la Festa del Sacrificio. La tragedia è avvenuta sulla "strada 204", che si trova tra due campi allestiti dai pellegrini e sarebbe stata provocata da "una fuga improvvisa" La maggior parte delle vittime è morta soffocata. A diffondere il bilancio è la Protezione Civile dell'Arabia Saudita, come riferisce la tv satellitare al-Arabiya. Oltre 4.000 soccorritori sono al lavoro per assistere i pellegrini, mentre altre squadre stanno cercando di sgomberare la zona e indirizzare i fedeli verso percorsi alternativi per evitare nuove tragedie a causa della ressa. Il timore è che il bilancio continui a salire. [MORE]

La tragedia  segue di poco meno di due settimane la morte di un centinaio di fedeli per il crollo di una gru sulla moschea principale, sottoposta da mesi a imponenti lavori di ristrutturazione per accogliere i due milioni di fedeli in arrivo in Arabia Saudita per l'Hajj, il pellegrinaggio rituale alla Mecca. In base ai precetti dell'Islam, ogni musulmano in grado di farlo deve compiere un pellegrinaggio alla Moschea di al-Haram, o Grande Moschea,  della Mecca almeno una volta nella vita. Indossando l'abito tradizionale, due pezzi di stoffa bianca senza cuciture, i pellegrini effettuano il tragitto che collega la Mecca a Mina. Al centro della moschea c'è la Kaaba, le cui parti più antiche risalgono al sedicesimo secolo. Si tratta di un edificio a forma di cubo nero al quale i musulmani di tutto il mondo si rivolgono quando pregano. Una volta alla moschea, i pellegrini eseguono il Tawaf, ovvero camminano sette volte intorno alla Kaaba in senso antiorario.

Tuttavia ogni anno la celebrazione religiosa, la più grande adunanza di persone al mondo si trasforma in una tragedia. In 25 anni hanno perso la vita 2.800 persone. Nel 2006 morirono schiacciati all'ingresso di un ponte vicino a dove è avvenuto l'incidente di oggi 363 pellegrini, mentre nel 2004 altri 251 morirono travolti. Record di vittime nel 1990, quando circa 1.500 fedeli morirono in un tunnel e nel 1997 quando un incendio uccise 343 persone e ne ferì più di 1.500. 

Un evento con ricadute non solo mediatiche ma anche politiche. Il governo di Riad, infatti, è il custode dei luoghi santi. Negli ultimi anni ha speso miliardi per mettere al sicuro il percorso: è stato costruito un ponte a tre piani per aumentare lo spazio a disposizione, un tunnel e nuove uscite di sicurezza dal luogo rituale. Non solo: sul posto, operano oltre 100mila agenti che, con l'ausilio di migliaia di telecamere, dovrebbero consentire ai fedeli di disperdersi prima che la folla raggiunga livelli di densità al limite. Ma l'Iran, l'altra grane potenza regionale, ha subito puntato il dito su presunte falle nella sicurezza: il responsabile dell'organizzazione iraniana dell'haji, Said Ohadi, ha riferito che per "ragioni sconosciute" è stata chiusa una strada vicino al luogo della cerimonia, dove poi è avvenuta la calca mortale.

Tiziano Rugi

Foto: Telegraph.co.uk