Pegna contro Antonveneta: il giudice condanna la banca e trasmette gli atti alla procura per usura
Cronaca Calabria

Pegna contro Antonveneta: il giudice condanna la banca e trasmette gli atti alla procura per usura

giovedì 28 giugno, 2012

Catanzaro 29 giugno 2012 - In attesa degli eventi estivi, il produttore e promoter lametino Ruggero Pegna ha appreso con soddisfazione la sentenza che ha condannato l’ ex banca Antoniana Veneta (attuale Monte dei Paschi) al risarcimento di danni morali per il reato di usura perpetrato reiteratamente a suo danno negli anni 1999/2002. Il promoter si era opposto ad un’azione legale dell’Istituto, denunciando una serie di gravi comportamenti e l’applicazione di tassi usurari e, dopo qualche anno dall’inizio dell’azione giudiziaria, si è visto oggi riconoscere dal giudice del Tribunale di Lamezia Terme, dottor Marino Reda, le ragioni sostenute dai suoi avvocati Antonio Gigliotti e Giuseppe Pascuzzi.

Il giudice ha riconosciuto la sussistenza di quanto evidenziato, condannando l’Istituto al risarcimento di settantacinquemila euro per danni morali e illegittima iscrizione alla centrale rischi, trasmettendo d’ufficio gli atti alla Procura della Repubblica per il reato di usura, documentata in modo continuativo dalla stessa perizia del tribunale. Per Pegna è la seconda sentenza favorevole nei riguardi di Istituti bancari, dopo la condanna del Credem al risarcimento di danni materiali per un errore tecnico, ottenuta qualche anno fa.[MORE]

“In Calabria i problemi sono tanti, ma per le imprese oneste – ha commentato Pegna provocatoriamente – il problema bancario è grave quasi quanto quello della criminalità. Se non si hanno carattere e determinazione, in una regione come la Calabria è impossibile intraprendere. Ho iniziato giovanissimo a fare impresa culturale con lo spettacolo dal vivo e, in tanti ani, ho assistito a soprusi e disattenzioni di tutti i tipi. Qui, purtroppo, le banche fanno sistema oltre il lecito e, spesso, sono la causa ingiusta delle difficoltà o, addirittura, della chiusura di molte aziende pulite, inducendo all’usura, commettendo esse stesso il medesimo reato e privando illegittimamente le imprese di quegli strumenti finanziari che nel resto d’Italia sono alla base dei meccanismi produttivi.”


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