Politica
PDL: una "cabina di regia" dietro la "Campagna di veleni" contro Giuseppe Scopelliti
Reggio Calabria, 24 feb. Un gruppo di deputati del Pdl (prima firmataria Jole Santelli) ha presentato un'interrogazione al presidente del consiglio Mario Monti in merito alle dichiarazioni rese di recente, nell'ambito del processo "Meta" che si sta celebrando avanti il Tribunale di Reggio Calabria, dal colonnello dei Carabinieri Valerio Giardina. Il Pdl, in particolare, ciede che si accerti l'esistenza di una "cabina di regia" dietro la "Campagna di veleni" che sarebbe in atto contro il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti. "Nella testimonianza di Giardina - si legge - sono contenute alcune dichiarazioni che hanno creato particolare sconcerto nel mondo politico e nell'opinione pubblica in quanto il colonnello Giardina ha letto e commentato un'informativa, come da lui stesso affermato, con sue personali interpretazioni, coinvolgendo l'allora Sindaco della citta' di Reggio Calabria, Giuseppe Scopelliti, oggi Presidente della Regione Calabria. [MORE
]E' opportuno ribadire - si legge nell'interrogazione - che all'interno del suddetto processo Meta lo stesso Presidente Scopelliti risulta completamente estraneo ai fatti dell'inchiesta stessa e agli atti processuali". I firmatari dell'interrogazione scrivono che "nel delineare quello che, a detta del colonnello Giardina, sarebbe stata la situazione della citta' di Reggio Calabria, governata da una lobby affaristico-massonica diretta da una cupola e dall'attuale Presidente Scopelliti, occorre rammentare che a capo di tale cupola, lo stesso Giardina pone l'avvocato De Stefano, parente dell'omonimo capo cosca e l'ex deputato Paolo Romeo di cui Giuseppe Scopelliti sarebbe stato lo strumento ed il referente politico. A garantire l'operato di questa lobby, - continua il Pdl - sempre secondo quanto affermato dal colonnello Giardina, avrebbe dovuto essere Antonino Fiume, uomo di collegamento tra tale struttura e quello che sarebbe stato eletto nel maggio del 2002 Sindaco di Reggio Calabria". I parlamentari firmatari fanno inoltre notare che "da risultanze processuali acquisite in altri procedimenti ed intercettazioni telefoniche risulta inequivocabilmente l'ostilita' che Paolo Romeo nutriva nei confronti dello stesso Scopelliti. La persona referente della cosca De Stefano (Antonino Fiume) - si legge - si e' costituito alcuni mesi prima dell'elezione di Giuseppe Scopelliti a Sindaco di Reggio Calabria".Secondo i firmatari, "la giustizia, specialmente in una regione come la Calabria, deve attenersi a scrupolosissimi controlli e la politica rimanere lontana dalle tentazioni di strumentalizzazione, perche' il sospetto stesso di teoremi e congetture politiche che si nascondono dietro azioni giudiziarie o il sospetto di abili manovratori dall'esterno delle inchieste, rischiano di distruggere la credibilita' della giustizia e di mortificare le regole dello Stato di diritto". Pertanto, aggiungono, "appare quanto mai opportuno accertare le motivazioni che hanno spinto lo stesso colonnello dei ROS a tali affermazioni ed i punti di diversita' tra tali dichiarazioni e l'informativa cui egli stesso faceva riferimento". Per il Pdl "occorre capire se c'e' una cabina di regia in qualche palazzo che alimenta una stagione di veleni contro il Presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti". I parlamentari chiedono inoltre "dove allo stato presti servizio il colonnello Giardina e se e' rimasto o meno all'interno del Reparto Operativo Speciale; le valutazioni dei ministri competenti in relazione alla testimonianza di un alto ufficiale che pare smentita negli atti processuali acquisiti, apparendo molto anomalo che il coinvolgimento di Giuseppe Scopelliti in indagini sia stato preceduto da un polverone mediatico durato almeno due anni e da sospette fughe di notizie pubblicate ad orologeria su specifici giornali locali e nazionali". Infine si chiede a Monti "se non ritiene di porre particolare cura alle vicende della Calabria, magari sollecitando i ministri competenti a seguire non attenzione i fatti suesposti, per evitare che veleni, sospetti e calunnie possano intralciare il cammino dell'Amministrazione regionale".