Politica
Pdl, Scajola corteggia Casini con la benedizione di Alfano
Iseo, 7 Giugno - A volte non esite nulla di più vecchio del nuovo. Che dire ad esempio della nomina di Angelino Alfano a segretario del Pdl ? Non sembra una grossa novità nel partito, visto che a comandare sarà sempre il solito, "iddu" come lo chiama oramai Giuliano Ferrara. "Iddu" ha infatti deciso che per dare un segnale, una minima parvenza di novità al partito, valeva la pena nominare l'uomo, a "iddu" più fedele, quello che ha legato il suo nome e la sua carriera politica alla ricerca di una legge ad personam che riuscisse a salvare il Premier, dai giudici e dai rigori della legge. E' tutta qui la novità, un Alfano mandato in prima fila, a dire quello che "iddu" pensa , ma è chiaro a tutti che è sempre "iddu" che decide e comanda.[MORE]
Ma la ricerca costante del nuovo, quando manca davvero il coraggio e la voglia di cambiare, impone a volte di riciclacare il vecchio, di proclamare nuove persino le cariatidi. Basta una spolverata ed il gioco è fatto, attraverso i pertugi stretti della politica ritornano persino quanti si pensavano oramai dimenticati, per il tempo trascorso, o semplicemente per decenza. Fra i tanti che applaudono Alfano appare ora anche Claudio Scajola. "Cambiare nome e simbolo", dice l'ex ministro, "è ora di andare oltre, è ora di voltare pagina" . E pensare che se davvero così fosse non si riuscirebbe a capire la sua presenza. "L'obiettivo che dobbiamo avere è riunire anche in Italia tutte le forze politiche che stanno già insieme nello stesso gruppo parlamentare in Europa. È difficile, ma dobbiamo volare alto e guardare al di là delle persone, so che ci sono incomprensioni da superare, errori che ciascuno di noi ha fatto, ma prevalga il senso di unità".
Vola alto Scajola come si vede , il difficile per lui viene di solito quando deve atterrare e dare giustificazioni. Come si capisce, Scajola è nuovamente alla ricerca di una casa, questa volta molto più grande della precedente, visto che deve contenere tutto il centro, una casa assieme a Casini. Evidentemente non gli è bastata la prima, con tutte le sue rogne. Nel dubbio che anche questa volta gliela regalino gli altri, mettendolo poi in imbarazzo, si fa lui promotore. Nell'incertezza che per lui non ci sia posto, questa volta osa di più, e la vuole, non di fronte o con vista, ma proprio grande quanto il Colosseo. Tutto questo per qualcuno potrà anche essere scambiato per una novità, a me invece pare siamo sempre alla stessa triste e squallida "solfa".
Ivan Zatti