Politica

Pdl in piazza. Berlusconi "Pronti per una nuova campagna elettorale"

ROMA, 24 MARZO 2013 – Per il Pdl quella di ieri è stata una giornata di mobilitazione che ha visto la partecipazione di militanti e simpatizzanti riunitisi in Piazza del Popolo per una manifestazione di sostegno a Silvio Berlusconi contro quello che i supporter dell'ex presidente del Consiglio definiscono un “accanimento” della magistratura. Al termine della manifestazione, non sono mancate polemiche sull'utilizzo del trasporto pubblico cittadino da parte dei manifestanti, i quali hanno viaggiato gratuitamente sui mezzi pubblici della Capitale, grazie ad un accordo del Pdl con l'Atac. (Qui i dettagli).

“Orgogliosi di essere impresentabili”, questo uno dei tanti slogan gridati in piazza dai fan del Cavaliere. Dal palco di Piazza del Popolo nel pomeriggio è lo stesso Berlusconi a parlare alla folla di manifestanti, con un discorso di un'ora nel quale si è dichiarato pronto a tornare al voto. Contrariamente a quanto ci si aspettava, l'argomento che maggiormente interessa il Cavaliere, nonché il motivo per cui i suoi supporter sono scesi in piazza – la giustizia – viene affrontato solo al termine del suo discorso, con toni più pacati rispetto agli epiteti con i quali Berlusconi è solito rivolgersi alla magistratura.

«Siamo qui anche per dire basta all'uso della giustizia come arma contro gli avversari politici – ha dichiarato il Cavaliere dal palco al termine del proprio discorso - Serve la riforma della giustizia perché non accada più ad altri ciò che è accaduto a me. Bisogna riformare intercettazioni e perquisizioni. Vogliamo affermare il diritto dei cittadini e di chi è stato eletto dal popolo a chiedere e ottenere la revoca di un pm o di un giudice che militi in una corrente della magistratura ideologizzata e politicizzata».

La gran parte del suo comizio, però, contrariamente alle aspettative non è stata rivolta alla magistratura. Per quasi un'ora Berlusconi ha attaccato i suoi avversari politici, dicendosi pronto a tornare al voto. «Siamo tutti carichi per una nuova campagna elettorale e questa volta vinceremo per davvero». Queste le parole del Cavaliere davanti alla piazza di sostenitori. «Ci dicono che siamo impresentabili, ineleggibili, collusi – continua - In realtà noi siamo l'Italia migliore e siamo anche la maggioranza dell'Italia». Il Cavaliere attacca, quindi, il governo Monti, accusandolo di essere stato supino nei confronti della Germania e – in riferimento alla vicenda dei marò - ultimamente anche dell'India.[MORE]

Se da un lato Berlusconi si è detto pronto a tornare al voto, dall'altro lato ha rivendicato cariche istituzionali per la sua coalizione. Dopo l'elezione dei presidenti delle due camere, definita “un golpe” dal Cavaliere, Berlusconi rivendica per il suo partito la carica più alta dello stato, la presidenza della Repubblica. «La più alta carica dello Stato non può essere decisa nel chiuso di qualche stanza buia da quattro capipartiti – dichiara il Cavaliere - il capo dello Stato deve essere di centrodestra. È un sacrosanto diritto, non possono escluderci da tutte le istituzioni".

Non manca il suo cavallo di battaglia, la sempiterna accusa ai “comunisti”, rivisitata dai suoi fan in chiave grillina al grido di “chi non salta un comunista grillino è”. «Mi dicono che non devo dare del comunista a tutti – ironizza Berlusconi dal palco – ma non è colpa mia. Sono loro che sono comunisti e che sono da tutte le parti. A forza di vedere così tanti comunisti in tutti gli studi televisivi mi sono venuti gli occhi rossi e la congiuntivite».

Attacchi anche per Pierluigi Bersani, al quale il presidente della Repubblica ha da pochi giorni affidato l'incarico di costituire il nuovo governo. «Ma l'avete visto Bersani? Ha ricevuto un incarico precario. Prima del voto era convinto di avere già vinto», mentre adesso «ha la faccia di uno che ha cercato di smacchiare un giaguaro e il giaguaro lo ha ridotto molto male». «Se Bersani proseguirà nel tentativo assurdo di un governo minoranza – continua Berlusconi - sappia che la nostra opposizione sarà durissima nel Parlamento e nelle piazze. Se invece  non ci riusciranno, allora l'essenziale è che non facciano perdere tempo al paese si torni subito al voto». Parole alle quali replica immediatamente lo stesso Bersani. «Dica Berlusconi se ci sono ipotesi meno precarie, io non credo – ha dichiarato il leader del Pd - La porta è stretta, non lo nego ma se mi metto a servizio non è per mia ambizione ma perchè altre cose ancora più difficili».

(foto Agi)

Serena Casu