Politica

PD, Orlando sulle alleanze: "Devono essere Pisapia e Bersani a decidersi"

 ROMA, 3 LUGLIO – “Si devono decidere loro”, queste le parole, dirette, del ministro della Giustizia Andrea Or-lando ai due principali esponenti dell’alternativa politica che sta nascendo a sinistra del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani e Giuliano Pisapia.[MORE]

“Se vogliono davvero fare un campo progressista allora devono rimuovere i pregiudizi nei confronti del PD ed incominciare a discutere nel merito” ha poi dichiarato il guardasigilli. Un messaggio chiaro e che non lascia spazio ad interpretazioni equivoche, che si pone in risposta all’ultimatum rivoltogli da Speranza a scegliere tra PD e Pisapia.

“Se vogliono fare altro, possono seguire un’altra strada, quella che mette insieme tutti quelli che ce l’hanno con Renzi” ha proseguito Orlando, respingendo fermamente le accuse rivolte al proprio partito di non rappresentare più i valori di sinistra. “La stragrande maggioranza degli elettori e degli iscritti del PD sono di sinistra, poi ci so-no stati degli sbandamenti, ma noi continuiamo a stare nel PD perché rimanga una forza di Centrosinistra anco-rata al socialismo europeo” ha ricordato il ministro.

Non tutto il Partito Democratico, tuttavia, sembra guardare a sinistra. Nello scenario politico che si sta delinean-do, in cui sembra difficile che alcuno dei competitors possa accaparrarsi la vittoria nella prossima tornata elet-torale, alcuni guardano con interesse a Forza Italia di Silvio Berlusconi. Larghe intese con il centrodestra per poter governare.

Su questo possibile scenario, e su un ipotetico referendum per un'accordo con Berlusconi, Orlando ha tagliato corto, ricordando che “è strana l’irritazione di Renzi, visto che tutti hanno escluso che ci sarà un’alleanza con il Cavaliere”. “Evidentemente i nodi non sono stati sufficientemente sciolti” ha poi aggiunto.

E proprio per evitare possibili intese “innaturali” in un futuro non troppo lontano, il Guardasigilli ha infine sottolineato la necessità di approvare una legge elettorale che consenta di garantire governabilità, dunque con un’impronta maggioritaria, tenuto conto del fatto che “con un proporzionale, non è che ci si mette d’accordo il giorno dopo sulla base di una formuletta”.

Paolo Fernandes

Foto: infooggi.it