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Pd: Gentiloni, alle europee lista progressista può sfidare Lega

ROMA, 14 GENNAIO - "Quel che colpisce nell'atteggiamento dei massimi responsabili di questo governo e' il loro essere continuamente ed esclusivamente in campagna elettorale. Se si vota per il condominio, uno si presenta in divisa e l'altro in borghese e fanno il loro comizio". L'ex premier Paolo Gentiloni, intervistato da 'La Stampa' ironizza sulla compattezza dell'esecutivo e spiega: "comincio a credere che questo governo non arrivera' a fare la prossima legge di bilancio. Aspettiamoci una resa dei conti politica. Questione di mesi, con le Europee come 'fixing'". E per quanto riguarda il fronte progressista, "sono meno pessimista di qualche settimana fa. C'e' molto lavoro da fare.

Ma cominciano a delinearsi due visioni politiche molto nette e destinate a confrontarsi alle prossime elezioni Europee. Dalla nostra parte c'e' la prospettiva di una Lista unitaria, di democratici, progressisti e europeisti, della quale Pd sia il pilastro. Dall'altra i nazionalisti, con Salvini, alleato di Orban e del polacco Kaczynski. Con i Cinque stelle destinati a restare marginali. Potenzialmente partiamo ad armi pari, pronti a competere con la Lega per la lista che avra' piu' voti". Gentiloni torna quindi sulla Tav: "apprezzo la proposta di referendum del presidente Chiamparino, perche' ha messo a nudo le contraddizioni del governo. Ma la Tav sta andando avanti, sono stati gia' spesi dei miliardi e, per cancellarla, il governo dovrebbe prendere una decisione in quel senso.

Ma e' del tutto evidente che in Parlamento non c'e' una maggioranza per farlo. Punto". "Per confermare la Tav in questo Parlamento - aggiunge - c'e' un'ampia maggioranza, grazie ai voti del Pd, di Forza Italia, della Lega e di altri. Per quante acrobazie propagandistiche possa fare Salvini, andare in piazza o cavarsela con un referendum, mi sembrano atteggiamenti al limite della presa in giro. Degli elettori, in particolare di quelli del Nord". Polemico Gentiloni anche sulla situazione dell'economia e la manovra. "C'e' l'enorme rischio che la fotografia della stagnazione, valida per oggi, possa evolvere nel 2019 in recessione. Anche per effetto di fattori schiettamente "made in Italy" e che sono il frutto dell'azione di sette mesi di governo: sono peggiorati la reputazione finanziaria del Paese, il livello di fiducia tra le imprese e tra gli investitori interni e internazionali. E quanto alla manovra, e' di dimensioni molto modeste: 30 miliardi, forse una delle piu' modeste dal punto di vista quantitativo degli ultimi 15 anni".
fonte immagine (TGCom24 - Mediaset)