Politica

Pd, Corradino Mineo lascia il gruppo: "Contro di me inaccettabile processo sommario"

ROMA, 28 OTTOBRE 2015 - «Ieri sono stato oggetto di una sorta di processo sommario da parte di Luigi Zanda che ha derubricato questioni meramente politiche a questioni disciplinari. E' inaccettabile. Sono terrorizzati dalla finanziaria e hanno limitato emendamenti», con queste parole il senatore Corradino Mineo ha annunciato la sua uscita dal gruppo Pd. Mineo passa automaticamente al gruppo Misto. [MORE]

Il senatore, ex direttore di Rainews24, ha ripercorso le tappe della sua vicenda al Senato per spiegare i motivi dell’abbandono. «Perché lascio il gruppo del Pd? -ha commentato- Nel 2013 ho accettato la candidatura come capolista in Sicilia e sono stato eletto in Senato con il Pd, partito che allora parlava di una 'Italia Bene Comune'. Non amo i salta fossi e quando il segretario-premier ha modificato geneticamente quel partito, provocando una scissione silenziosa, aprendo a potentati locali e comitati d'affare e usando la direzione come una sorta di ufficio stampa di Palazzo Chigi, ho continuato a condurre la mia battaglia nel gruppo con il quale ero stato eletto».

Mineo, accusato di non essersi attenuto in più di un'occasione, incluso il voto sulle riforme, alla linea del gruppo, ha ammesso di aver «votato troppe volte in dissenso: su scuola, riforma costituzionale, Italicum, Jobs act, Rai» ma, ha proseguito, «è vero che una nutrita minoranza interna, che sembrava condividere alcune delle mie idee, si è ormai ridotta a un gioco solo tattico, lanciando il sasso (ieri sulla legge costituzionale, oggi sulla legge di stabilità) per poi ritirare la mano».«Se il mio dissenso vi imbarazza, basta dirlo. Le mie dimissioni sono a disposizione», avrebbe detto Mineo.

In merito all'assemblea convocata ieri sera dal presidente del gruppo Luigi Zanda per aprire un dibattito sulla legge di stabilità, approdata a Palazzo Madama, Mineo ha spiegato: «Ieri, poi Luigi Zanda mi ha dedicato (senza avvertire né me né altri di quale fosse l'ordine del giorno) un'intera assemblea, cercando di ridurre le mie posizioni politiche a una semplice questione disciplinare, stilando la lista dei dissidenti 'buoni', Amati, Casson e Tocci e del cattivo, Mineo».

Nel corso dell'incontro, che è quindi stata anche l'occasione per discutere dei rapporti interni al gruppo, Zanda avrebbe riconosciuto a tutti i colleghi, inclusi quelli della minoranza, «di aver avuto un certo stile» nei rapporti, tenendo sempre aperto un canale di confronto. Tutti, tranne, a suo avviso, Corradino Mineo. Secondo il capogruppo, infatti, con un comportamento "censurabile" Mineo ha infranto la necessaria "civiltà nei rapporti", senza mai avvertire la presidenza delle posizioni in dissenso dal gruppo che avrebbe tenuto in Aula.

Zanda non ha però evocato nessun provvedimento disciplinare nei confronti del senatore 'dissidente', che ha così commentato: «Il Pd non espelle nessuno, ha detto Zanda, ma nelle conclusioni ha parlato di 'incompatibilità' tra me e il lavoro del gruppo. Non espulsione, dunque, ma dimissioni fortemente raccomandate. Come deluderlo? Da oggi lascio il gruppo, auguro buon lavoro ai senatori democratici e continuerò la mia battaglia in Senato, cominciando dalla legge di stabilità che, come dice Bersani, 'sta isolando il Pd».

[foto: rainews.it]

Antonella Sica