Politica

Pd, Bersani sconfessa Renzi: «Non sono figurante, all'incontro non vado»

ROMA, 26 FEBBRAIO 2015 - È aperto scontro tra Pier Luigi Bersani ed il premier-segretario Matteo Renzi. All’indomani della lettera di convocazione da parte di Renzi dei gruppi parlamentari Pd, l’ex segretario dei democratici sbotta, aprendo di fatto una mini crisi nel partito di via del Nazareno.

Ieri si era già registrato parecchio disappunto da Bersani il quale senza mezzi termini aveva commentato le mosse del premier con un laconico «siamo al limite». Ben più dure sono state le parole pronunciate quest’oggi durante un’intervista al quotidiano l’Avvenire che uscirà domani. «Non ci penso proprio. Perché io m’inchino alle esigenze della comunicazione, ma che gli organismi dirigenti debbano diventare figuranti di un film non ci sto».

Ma l’ex segretario Pd non ha risparmiato critiche al Jobs Act definendolo anticostituzionale, poiché «mette il lavoratore in un rapporto di forze pre-anni Settanta». Inoltre, Bersani ha voluto dare anche un ulteriore avvertimento al premier in riferimento all’Italicum e alla riforma della Costituzione: «Il combinato disposto tra i due testi rompe l'equilibrio democratico. Se la riforma della Costituzione va avanti così io non accetterò mai di votare la legge elettorale».

Tuttavia l'idea di Matteo Renzi di convocare mediante lettera i parlamentari Pd lungo la quale si annunciava per venerdì pomeriggio dei dibattiti da un'ora ciascuno su argomenti delicati quali scuola, Rai, ambiente e fisco non è stata gradita da diversi esponenti democratici.

Non a caso 20 senatori Pd hanno scritto al capogruppo al Senato Luigi Zanda per manifestare le proprie perplessità sull'incontro di domani. I firmatari sono: Claudio Broglia, Vannino Chiti, Paolo Corsini, Erica D'Adda, Nerina Dirindin, Federico Fornaro, Maria Grazia Gatti, Maria Cecilia Guerra, Miguel Gotor, Paolo Guerrieri Paleotti, Silvio Lai, Sergio Lo Giudice, Doris Lo Moro, Patrizia Manassero, Maurizio Migliavacca, Corradino Mineo, Carlo Pegorer, Lucrezia Ricchiuti, Lodovico Sonego, Walter Tocci.

«Le modalità e il merito della convocazione - scrivono i senatori -suscitano rilevanti perplessità. In primo luogo, quanto al metodo, riteniamo che la convocazione del gruppo parlamentare rientri nel ruolo precipuo del presidente. Ciò consente, fra l'altro, di non alterare il diverso e autonomo ruolo che i gruppi parlamentari devono avere nei confronti del governo e nei confronti del partito».[MORE]

A questo punto sarà importante capire cosa accadrà domani. Una conta dei presenti sarà sicuramente importante e necessaria.

(Immagine da theguardian.com)

Giovanni Maria Elia