Partono le scuole sentinella, ma a Bolzano è già Dad
Pubblica Istruzione Lazio Roma

Partono le scuole sentinella, ma a Bolzano è già Dad

martedì 14 settembre, 2021

Partono le scuole sentinella, ma a Bolzano è già Dad. Paritarie, controlli lunghi per noi senza app per il Green pass
ROMA, 14 SET - Si tiene un tampone sotto la lingua per un paio di minuti a casa, poi lo si chiude in una provetta e si consegna alla scuola, dove lo ritirerà la Asl per l'esame in laboratorio. Funzionerà così l'autosomministrazione dei test salivari per gli studenti delle scuole sentinella, elementari e medie, sperimentata intanto, con l'aiuto dei sanitari dell'Asl Roma 2, da quelli (volontari) dell'istituto Pallavicini di Roma.

Una forma di screening per contenere i focolai di Covid, simile a quella in cui confida anche il governatore del Trentino-Alto Adige Arno Kompatscher, mentre dopo nemmeno dieci giorni di lezioni almeno otto classi altoatesine fanno i conti con quarantena e Dad per casi di positività fra alunni o professori. In Provincia di Bolzano non è indifferente la presenza no vax ma, se emerge un solo positivo nel gruppo classe, la Dad scatta solo per chi non partecipa allo screening permanente con i test nasali, e per loro la quarantena è di 14 giorni, più lunga che per gli altri. Non è escluso che in futuro i test salivari siano estesi dalle scuole sentinella a tutte le altre, come ha spiegato a Sky TG24 Barbara Floridia, sottosegretario all'Istruzione: "Dobbiamo monitorare il contagio e i 110mila studenti al mese in tutte le Regioni che riusciremo a controllare grazie a questa strategia.

Dopodiché vediamo tra qualche mese che cosa accadrà". Per ora in Italia il Green pass è la principale strategia di contrasto alla pandemia. Da Nord a Sud i presidi si sono dovuti organizzare. Quelli delle scuole statali possono contare sulla piattaforma lanciata dal ministero dell'Istruzione, che ogni mattina dà istantaneamente il quadro della situazione, con aggiornamenti in tempo reale (ad esempio sulla scadenza del certificato).

Un sistema nato per agevolare le procedure, che finora sta funzionando visto che ci sono state "molte meno richieste di aiuto di quelle attese", come spiegano dall'help desk, il servizio telefonico di supporto per i dirigenti scolastici e al personale da loro delegato.

Devono invece controllare uno a uno i Qr Code di docenti e personale i presidi delle paritarie. Perché a questo tipo di scuole sono estese solo alcune delle funzionalità del Sidi, il sistema del ministero dell'Istruzione che nell'applicazione per il controllo del Green pass dialoga con quello del ministero della Salute. Da settimane si sapeva che la piattaforma è attiva solo per le scuole statali, ma ora il problema ha manifestato i suoi effetti con il ritorno in aula, "rendendo complessi, lunghi e tortuosi i controlli", come denuncia Daniele Nappo, direttore dell'Istituto Freud di Milano, che si è fatto portavoce del disappunto di altre paritarie: subito".

"È un importante aggravio nelle operazioni di prima mattina - conferma Paolo Maino, della direzione nazionale Disal, l'associazione dei dirigenti delle scuole autonome e libere -, in pratica va dedicata una risorsa solo a questo lavoro". L'andamento dei contagi su personale docente, non docente e studenti sarà descritto a partire da lunedì prossimo sul Portale Sidi, grazie ai dati comunicati ogni settimana da ciascuna scuola.

Intanto è incoraggiante quello delle vaccinazioni per gli under 40. Secondo gli ultimi aggiornamenti ufficiali, nella fascia 12-19 anni ha raggiunto il 62% la quota di chi ha ricevuto la prima dose, mentre il dato per i trentenni (69%) resta più basso che per i ventenni (75%). Un sondaggio realizzato dal Consiglio Nazionale dei Giovani Cng, in collaborazione con ScuolaZoo, dice che uno su due, tra i 12 e i 35 anni, ha effettuato una vaccinazione, il 36% dichiara di volerla fare il prima possibile, mentre il 14% non ha intenzione di immunizzarsi.

Secondo l'indagine, tre genitori su quattro sono favorevoli alla vaccinazione dei propri figli, mentre uno su dieci è contrario in quanto preoccupato per eventuali effetti collaterali (56%) e, in misura minore, perché diffidente verso le case farmaceutiche (12%) o scettico sull'effettiva pericolosità del Covid (8%).


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