Cronaca
Partinico, in carcere i vertici della "seconda generazione" di Cosa Nostra
PARTINICO (PALERMO), 22 NOVEMBRE 2011 – La nuova mafia dei (consolidati) vecchi metodi. È questo quello che si può leggere tra le righe del blitz con il quale, alle prime luci dell'alba di questa mattina, i carabinieri del Gruppo di Monreale hanno dato esecuzione a quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti del nuovo vertice della mafia partinicese. [MORE]
L'operazione di questa mattina è la naturale prosecuzione dell'operazione “The End” che aveva condotto dietro le patrie galere ventitre appartenenti al mandamento alla fine dello scorso anno grazie alla quale era stato possibile stoppare l'ascesa dei fratelli Leonardo e Giovanni Vitale (quest'ultimo arrestato nell'operazione odierna), figli di Vito “Fardazza” Vitale, capomandamento a Partinico all'epoca dei corleonesi.
Con l'operazione di oggi si è voluto fermare sul nascere una situazione che stava diventando sempre più chiara (e pericolosa), con il tentativo di scalata al clan da parte di Giovanni Vitale, che perso l'appoggio del fratello carcerato si accompagnava ai fratelli Giovanni e Piero Serra ed a Santino Lo Biundo, gli altri destinatari dei provvedimenti di custodia cautelare di questa mattina.
I quattro, tutti di età inferiore ai trent'anni, rappresentavano in qualche modo la “seconda generazione” di mafiosi, nonostante i loro metodi – sangue e pizzo – siano gli stessi usati fin dall'epoca dei “viddani”.
Contestualmente agli arresti, la Procura della Repubblica di Palermo ha notificato un avviso di garanzia per concorso esterno in associazione mafiosa a Pietro Di Trapani, 67 anni, consigliere di minoranza del Comune (eletto nel 2008 per il Popolo delle libertà e, stando ad alcune agenzie, successivamente confluito nel Movimento per l'Autonomia, anche se il movimento smentisce categoricamente) verso il quale è stata eseguita la perquisizione della sua abitazione.
«Di Trapani» - spiegano gli inquirenti - «era a disposizione per le richieste più banali». Ancora tutta da confermare, invece, la sua partecipazione ad una gara d'appalto per la realizzazione di un complesso immobiliare.
Secondo quanto ricostruito nelle indagini – portate avanti dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia e dal sostituto Francesco Del Bene - «l'egemonia della famiglia Vitale nel mandamento di Partinico si è protratta senza soluzione di continuità, non essendo stata indebolita neanche dopo l'arresto, nel febbraio 2010, di Leonardo Vitale, in quanto immediatamente rimpiazzato nella sua posizione apicale dal fratello Giovanni, scarcerato nel marzo 2010».
Andrea Intonti