Editoriale

Parolisi, 'Personalità camaleontica'

Ancona, 23 Luglio 2011- Ad affermarlo i carabinieri che si stanno occupando dell'omicidio di Melania Rea, nella informativa riepilogativa in cui si legge anche che Salvatore Parolisi e' ''un soggetto naturalmente incline alla mistificazione del reale ed alla menzogna''. Che Parolisi abbia detto una serie di bugie è un fatto risaputo ma, dal quadro che gli investigatori hanno tracciato grazie alle intercettazioni, risulta che il sopracitato  ha messo in atto una “patetica simulazione, una specie di 'spot' ad uso e consumo di chi ascolta, in cui invoca il nome di Melania (''tu non lo meritavi...), e si chiede: ''che cosa ho fatto di male (per 3 volte) per meritare tutto questo?''.[MORE]

Risulta anche che il marito di Melania inveisce contro il/i killer della moglie. Davvero complesso districarsi nei meandri delle tante, troppe bugie dette da Parolisi: il fatto di essere stato a Colle San Marco con Melania e la bambina, mentre secondo l'accusa lui ha gia' ucciso la moglie a Ripe di Civitella. L’aver, inizialmente negato le varie relazioni extraconiugali, in particolare quella con la soldatessa Ludovica (che per gl’inquirenti rappresenta il movente del delitto).

L’esistenza di una doppia sim, una dedicata proprio a Ludovica. E, quando poi i suoi tradimenti diventano un fatto comprovato, le varie interviste con tanto di finto pianto (spesso senza lacrime) in cui continua a proclamare amore per la povera Melania.


Intanto, tutto ciò non fa altro che alimentare l’ira dell’amante Ludovica, che si sente ingannata perche' lui minimizza, sostenendo che non e' stata una vera storia d'amore. Al tempo stesso, Parolisi cerca di convincerla che questo e' l'unico modo per non mettere su un piatto d'argento il possibile movente dell'omicidio: ''io non ho torto un capello a Melania capisci?....cioe' qua si sta parlando di una cosa che va oltre, cioe', non se ne frega nessuno, di Salvatore, di Ludovica, se sta male, se non sta male. Qua e' stata fatta una cosa schifosa capisci e', e quindi pensano che sia io capisci..oppure sei stata tu questo voglio dire a te”.


Queste sono solo alcune delle menzogne che hanno indotto la Procura e il gip di Ascoli a procedere. Da ieri tutti gli atti dell’indagine sono ufficialmente in mano alla magistratura teramana. Probabilmente, i sostituti procuratori Greta Aloisi e Davide Rosati, con la supervisione del procuratore capo, Gabriele Ferretti chiederanno al gip una nuova ordinanza di custodia cautelare.


Da quanto si e' appreso e' stato deciso che le indagini resteranno delegate ai militari del Reparto di Ascoli; e' invece probabile che nei prossimi giorni Parolisi venga trasferito nel carcere teramano di Castrogno.

Rosy Merola