Parola che salva e parola che uccide!
Fantasticherie del cuore Calabria

Parola che salva e parola che uccide!

lunedì 7 settembre, 2015

07 SETTEMBRE 2015 - Viviamo in una società dove la parola viene utilizzata in mille modi e con una velocità senza confini. Non sbaglia chi afferma dall’alto della sua sapienza cristiana che “una parola ti salva, una parola ti uccide”.  [MORE]

Noi che di parole ne produciamo giornalmente a iosa, siamo convinti e coscienti di questa verità assoluta? Comprendiamo che una sola parola può cambiare un ciclo storico? Ad una certa richiesta la risposta che segue può generare amore, ma anche risentimento, odio, razioni violente. Chi non ricorda la vicenda di Giovanni il Battista alla corte di Erode? Alla domanda posta del Re, saranno le parole della risposta della figlia di Erodìade a determinare la decapitazione dell’uomo venuto ad aprire la strada al Messia. Non c’è un processo; non si sviluppa un contraddittorio; non si da corso ad eventi particolari. Si accetta una parola di morte. Cambia la storia!

Un evento del genere, assieme a tanti altri che ogni giorno ci interessano da vicino, deve insegnarci che ognuno di noi, prima di proferire una sola parola, deve pesarne tutti gli effetti positivi e negativi, ma non solo. È necessario soprattutto essere capaci di ogni discernimento prima di accogliere una parola dell’altro nel nostro cuore, senza mai dimenticare che come la salvezza è dalla parola, così anche la perdizione. Quando la parola “malata” prende il via nessun uomo è in grado di fermarla, neanche chi è preposto alla giustizia. Un giudice può eventualmente deliberare solo sugli effetti di natura economica o restrittiva nei confronti dell’accusato. Il danno provocato dalla malvagità altrui è come un fiume in piena, che devasta ciò che incontra. Non basta il diritto all’oblio. di cui ormai si discute a più livelli, come effetto liberatorio del male gratuito ricevuto.

Si tratta senz’altro di un atto formale interessante e rispettoso della dignità personale, ma che non basta a purificare se stessi e il contesto coinvolto dal male intercettato. Soltanto una fede autentica in Dio può fermare il male piovuto addosso e incanalarlo nella storia del vero oblio. L’uomo timoroso del Signore è protetto ed è lontano dagli effetti devastanti della parola altamente incattivita, mentre chi si affida completamente alle reazioni o alle difese umane, rischia di rimanere schiacciato sotto il peso della malvagità altrui. Questa è la verità rivelata nella Scrittura Santa, non è certo un mio libero pensiero. A proposito vi propongo uno specifico passo del Siracide:

“Molti sono caduti a fil di spada, ma non quanti sono periti per colpa della lingua. Beato chi è al riparo da essa, chi non è esposto al suo furore, chi non ha trascinato il suo giogo e non è stato legato con le sue catene. Il suo giogo è un giogo di ferro; le sue catene sono catene di bronzo. Spaventosa è la morte che la lingua procura, al confronto è preferibile il regno dei morti.Essa non ha potere sugli uomini pii, questi non bruceranno alla sua fiamma. Quanti abbandonano il Signore in essa cadranno, fra costoro divamperà senza spegnersi mai. Si avventerà contro di loro come un leone e come una pantera ne farà scempio. Ecco, recingi pure la tua proprietà con siepe spinosa, Metti sotto chiave l'argento e l’oro, ma per le tue parole fa' bilancia e peso. Sta' attento a non scivolare a causa della lingua, per non cadere di fronte a chi ti insidia”.

Oggi che le parole vengono moltiplicate all’infinito, attraverso una miriade di casse di risonanza, tutti siamo responsabili non solo delle parole da noi direttamente proferite, ma anche di ogni altra riferita, interpretata, alterata. Siamo perciò obbligati ad operare con seria accortezza, in modo da ogni parola non vera, detta dall’altro, non venga dato alcuno spazio in altri cuori. Basta sempre ricordare che la parola spesso riesce a salvare, ma che può anche, purtroppo, uccidere.

Egidio Chiarella
www.egidiochiarella.it
[email protected]


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