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Parkinson: presto possibile nuova cura

ROMA, 4 LUGLIO – Secondo uno studio condotto dall’Istituto scientifico universitario San Raffaele di Milano è possibile generare in laboratorio i neuroni dopaminergici (iDA) persi nella malattia di Parkinson. [MORE]


Tale patologia è caratterizzata dalla degenerazione e dalla morte dei neuroni produttori di dopamina, neurotrasmettitore che gioca un ruolo fondamentale per quanto riguarda comportamento, cognizione, movimento volontario, attenzione, memoria di lavoro, battito cardiaco e pressione sanguigna. Quando il numero di neuroni dopaminergici, che in condizioni normali sono circa 500.000, scende al 20-30%, si ha esordio clinico. Di conseguenza, il trapianto di tali neuroni è potenzialmente in grado di migliorare il decorso clinico della malattia di Parkinson, alleviando i sintomi motori in condizioni di carenza di dopamina. I neuroni dopaminergici indotti hanno capacità simili a quelle dei neuroni del cervello (attività elettrica spontanea, formazione di contatti sinaptici) e soprattutto rilasciano dopamina.
 

Fino ad oggi un simile risultato poteva essere ottenuto solo partendo dalle cellule staminali, scarsamente disponibili e con conseguenti polemiche relative all’utilizzo di cellule di natura embrionale. Il recente studio ha sviluppato, invece, una nuova tecnica che permette di ottenere gli iDA convertendo direttamente i fibroblasti (cellule del tessuto connettivo) della pelle. I neuroni che ne scaturiscono, quindi, possono essere generati dal paziente stesso in tempi brevi senza rischi tumorali.
 

Saranno necessari un paio d’anni per testare la nuova tecnica su animali e successivamente su uomini e sapere se potrà essere considerata il nuovo passa per la cura o terapia del morbo di Parkinson, la più comune malattia del sistema extrapiramidale.
 

Filomena Maria Fittipaldi